Quanto tempo, quanta neve, quante stagioni. Torno a questi luoghi perchè non so dove altro andare, perchè non esiste una destinazione più lontana di questa, perchè il rumore è dentro, soltanto dentro. Fuggo per cercare il silenzio, per cercare la perfezione e la bellezza; e tutto si ripiega in uno spazio curvo, in una dimesione arrotolata, aggiunta, sconosciuta, svelata e rivelata. E ritornano le antiche leggende, quelle che si legano al mio nome, alla mia natura, alla mia regalità. Queste terre mi riconoscono, mi accolgono, mi inebriano, e mi assalgono con le loro discasie, le loro fantastiche fantasie. Ho paura e sento freddo come altre volte mi è capitato; e fu la neve, la neve allora, a ricoprire ogni passo, a nascondere le tracce incerte di un incerto cammino, di un incerto futuro, di un incerto divenire. Nulla sembra dispiegarsi se non la necessità di una scelta, la necessità di una presa di posizione, di una guerra imminente, di un conflitto che avrà solo perdenti e sconfitti. Mi perdoni il cielo se la pace non fa parte della mia vita, se nulla conduce alla gioia, se niente si allinea su un dritto sentiero. I boschi tornano a raccontare tutto quelloe che è stato, quello che è andato perduto, quello che ho abbandonato o sostituito. I boschi mi rammentano che nulla, nulla torna come prima, che nessuno si lava due volte nello stesso fiume, e che se anche la sensazione può sembrarti quella, nulla è mai come è stato e nulla lo sarà più. Mi perdoni il cielo, lo stesso che ho rinnegato, molti secoli fa, mi perdoni e mi assista con i suoi angeli. Ho freddo, la paura è troppo forte
Neve di maggio
Lapis Lapsus ex Coelis
giovedì 3 marzo 2022
domenica 1 novembre 2020
Perdono
Mi perdonino i Cieli e le enneadi sacre, per aver rinunciato, per aver abbandonato. La Regina fu chiara: fa parte doi me, della mia materia, abbandonare ogni cosa, anche lei, fuggita appena oltre, dope neanche possiamo più sperare di guardarci negli occhi, dove anche gli occhi perdono gli sguardi in un o spazio che si piega alla necessità di abbandono. Mi perdonino i Cieli, non è nelle mie forze, non ancora poter contrastare qanto sembra nascere come un drago, dalle profondità di una terra desolata, quale sono. Sono desolato, triste e abbandonato, proprio come queste terre, proprio come questi tramonti interminabili. Ho pianto, ho pianto molto perchè quando si sceglie, convinti che la direzione è quella giusta e si abbandona tutte le altre, quando ci si incanala in scelte decise, per un po' si è orgogliosi e forti di se stessi, si è audaci e fieri, come leogrifi, come stelle nuove, nevi perenni. Soltanto in seguito, quando la terra sollevata sotto la superficie del lago da piedi maldestri si decanta e lascia intravedere un po' oltre, solo allora, quando il lago si cama e si schiarisce, solo allora arrivano le lascrime, quelle solitarie, quelle incondivisibili, quelle che nessuno più puo' capire perchè neanche la tua anima è più con te e neanche lei puo' aiutarti a spiegarle. Perdono perchè non avrei potuto fare altrimenti e la forza per fare altro non l'ho neanche adesso. Perdono, per aver lasciato un impero, un regno ben governato all insidie del mondo, alla corruzione del tempo. Il Tempo. Avevo creduto, di poterlo tenere fuori. Ingenuità di un giovane troppo inesperto della vita, e della morte. E adesso che tutto chiama alla morte intorno, non vedo altro che le parole del tempo, insinuate in ogni cristallo di neve, in ogni ricordo, in ogni futuro possibile. Il Tempo.
venerdì 21 giugno 2019
Mondi e parole
lunedì 21 marzo 2016
Da Ovest
sabato 19 marzo 2016
L' Appeso, l'Eremita e il Re
giovedì 10 settembre 2015
Resoconto di un viaggio
venerdì 19 dicembre 2014
Solitudine
venerdì 25 luglio 2014
Da Ovest: il settimo dono di Astrial
venerdì 18 luglio 2014
Parlare
domenica 13 luglio 2014
Il dubbio: per te
giovedì 3 luglio 2014
Ascolto la neve [che ascolta]
giovedì 26 giugno 2014
Settimo passaggio: la riva del lago.
domenica 22 giugno 2014
Simboli: il cinque
Il secondo giorno d'estate
domenica 15 giugno 2014
Neve e pane: grazie
giovedì 12 giugno 2014
Il fuoco bagnato: alchimie
domenica 8 giugno 2014
Alice nel Paese delle Meraviglie: personaggi
Au
venerdì 6 giugno 2014
L'Albero e l'Impiccato
giovedì 5 giugno 2014
Androginia primordiale: l'Adam Qadmon, il Rebis e l'Albero Sephirotico
domenica 18 maggio 2014
Chimera
Compresenze
venerdì 16 maggio 2014
Simboli: l'intrigo, la tessitura, l'astuzia e le donne
giovedì 15 maggio 2014
Tutto sprofonda
venerdì 9 maggio 2014
giovedì 8 maggio 2014
Riflessi: la spedizione degli Argonauti, necessità e volontà
domenica 4 maggio 2014
Apollineo Fiore: i festeggiamenti di Maggio
giovedì 24 aprile 2014
Alle porte di maggio. la malattia di Eliante
martedì 22 aprile 2014
Sesto dono di Astrial: il bracciale di luce
lunedì 21 aprile 2014
Io e la luna
mercoledì 16 aprile 2014
Mitologema e archetipo della tetrade e del tetramorfo
domenica 13 aprile 2014
PHI, la matematica irrazionale
Il silenzio
venerdì 11 aprile 2014
Il trino sacro preolimpico: il tre e dio
giovedì 10 aprile 2014
Il castello nero di Eliante
venerdì 4 aprile 2014
La scomparsa di M.
domenica 30 marzo 2014
Sesto passaggio
Il prato di asfodeli
sabato 29 marzo 2014
Simboli: la triade
Il prato di asfodeli
venerdì 18 ottobre 2013
Entrata, uscita: ritorno
martedì 11 giugno 2013
Potenti re
martedì 4 giugno 2013
La fine e l'inizio: le festività, la vita e la morte
venerdì 17 maggio 2013
Quinto dono di Astrial: la penna d'oro
giovedì 16 maggio 2013
Il labirinto di Eliante
Simboli: il labirinto
Il termine labirinto deriva dal greco e fa riferimento ad una leggendaria costruzione architettonica dell'antichità, il palazzo del re Minosse e Cnosso, caratterizzato da una pianta complicata e artificiosa, in cui i corridoi e le stanze si susseguivano e si intrecciavano creando un groviglio di spazi capace di far perdere completamente l'orientamento al visitatore.
Il Labirinto originario, quello preistorico e antico, detto unicursale è formato da un'unica via che si intrica, si avvolge, e va verso un Centro. E' una via lunga, faticosa, ma senza biforcazioni, crocicchi o cammini ciechi, incertezze e necessità di scelte; da percorre nel doppio senso di andata e ritorno, e senza pericolo di smarrimento. Questo complesso tracciato si ritrova, allo stato di natura, nei corridoi di accesso ad alcune grotte preistoriche.
Del simbolo del Labirinto sono state date le interpretazioni più varie e disparate in ogni campo, dalla filosofia alla psicologia, dalla psicanalisi alla pittura, dall'architettura alla scultura.
Il primo labirinto di cui si ha notizia nella tradizione occidentale è quello del Minotauro, costruito dall’architetto Dedalo su incarico del re cretese Minosse, e nel quale entrò Teseo per uccidere il mostro.
Il Labirinto ci suggerisce che ci troviamo di fronte ad un processo di iniziazione che, a prezzo di una faticosa esperienza, conduce l'Uomo al Centro, dove esso è solo di fronte alla propria realtà interiore, o alla bestia con cui deve combattere o alla morte, nel silenzio impalpabile che, solo, permette di acquisire la conoscenza di sé.
Tale significanza si conserva anche nell'allegoresi cristiana dell'Alto Medio Evo dove il Labirinto simboleggia, di solito, le prove che il devoto deve affrontare prima di giungere alla Gerusalemme Celeste.
Nella tradizione cabalistica, ripresa anche dagli alchimisti, il Labirinto svolgerebbe una funzione magica e sarebbe uno dei segreti attribuiti a Salomone. E' per questo che il Labirinto delle Cattedrali, costituito da una serie di cerchi concentrici interrotti in alcuni punti in maniera tale da formare una sorta di sentiero inestricabile e bizzarro, sarebbe chiamato "Labirinto di Salomone" (come quello della cattedrale di Lucca).
In alchimia è un'immagine del lavoro intero dell'Opera con le sue difficoltà maggiori e cioé quella della via da seguire per raggiungere il Centro dove avviene il combattimento tra le due Nature dell'Uomo, e dove si raggiunge la conoscenza del sé realizzato nel Rebis.
È soltanto in seguito, dall'età manieristica e barocca, che il labirinto subisce un radicale cambiamento e si aggroviglia, si complica, in una serie di illusioni e ingannevoli camminamenti che non danno più la certezza di arrivare al suo centro e, una volta arrivati, non danno più la sicurezza neanche di raggiungere l'uscita. Diventa allora il luogo della perdizione, dell'errore, del mistero e dell'avventura.
Le vie intricate e tortuose del Labirinto che permettono o impediscono l'accesso appaiono anche un sistema di difesa di ciò che contiene e, quindi, annunciano la presenza al suo interno, di qualcosa di prezioso e di sacro a cui non tutti possono accedere (il proprio io). Solo a pochi è concesso di intuirne l'entrata e le vie da percorrere per arrivare fino in fondo, mentre tutti gli altri saranno impossibilitati a penetrarvi o si smarriranno per strada. Può succedere di essere assaliti da un terribile senso di claustrofobia e contemporaneamente di distacco dal mondo esterno. Soli con la propria coscienza e privi di ogni riferimento, si perde il rapporto Spazio-Tempo e si finisce per smarrirsi, riducendo il mondo interiore ad un caos senza senso possibile. Tale stato di shock determina la frantumazione di una personalità non più desiderata.
Il Labirinto, quindi, è la via che conduce all'interno di se stessi, verso la parte più misteriosa della persona umana, che non può essere raggiunta dalla coscienza se non a seguito di lunghi giri (la spirale) o di una intensa concentrazione, che permetterà di giungere all'Intuizione Finale.
Il Labirinto pone l'uomo di fronte al suo Mistero che, restando inspiegabile razionalmente, deve essere colto o intuito.
Del simbolo del Labirinto sono state date le interpretazioni più varie e disparate in ogni campo, dalla filosofia alla psicologia, dalla psicanalisi alla pittura, dall'architettura alla scultura.
Il primo labirinto di cui si ha notizia nella tradizione occidentale è quello del Minotauro, costruito dall’architetto Dedalo su incarico del re cretese Minosse, e nel quale entrò Teseo per uccidere il mostro.
Tale significanza si conserva anche nell'allegoresi cristiana dell'Alto Medio Evo dove il Labirinto simboleggia, di solito, le prove che il devoto deve affrontare prima di giungere alla Gerusalemme Celeste.
Nella tradizione cabalistica, ripresa anche dagli alchimisti, il Labirinto svolgerebbe una funzione magica e sarebbe uno dei segreti attribuiti a Salomone. E' per questo che il Labirinto delle Cattedrali, costituito da una serie di cerchi concentrici interrotti in alcuni punti in maniera tale da formare una sorta di sentiero inestricabile e bizzarro, sarebbe chiamato "Labirinto di Salomone" (come quello della cattedrale di Lucca).
In alchimia è un'immagine del lavoro intero dell'Opera con le sue difficoltà maggiori e cioé quella della via da seguire per raggiungere il Centro dove avviene il combattimento tra le due Nature dell'Uomo, e dove si raggiunge la conoscenza del sé realizzato nel Rebis.
È soltanto in seguito, dall'età manieristica e barocca, che il labirinto subisce un radicale cambiamento e si aggroviglia, si complica, in una serie di illusioni e ingannevoli camminamenti che non danno più la certezza di arrivare al suo centro e, una volta arrivati, non danno più la sicurezza neanche di raggiungere l'uscita. Diventa allora il luogo della perdizione, dell'errore, del mistero e dell'avventura.
Le vie intricate e tortuose del Labirinto che permettono o impediscono l'accesso appaiono anche un sistema di difesa di ciò che contiene e, quindi, annunciano la presenza al suo interno, di qualcosa di prezioso e di sacro a cui non tutti possono accedere (il proprio io). Solo a pochi è concesso di intuirne l'entrata e le vie da percorrere per arrivare fino in fondo, mentre tutti gli altri saranno impossibilitati a penetrarvi o si smarriranno per strada. Può succedere di essere assaliti da un terribile senso di claustrofobia e contemporaneamente di distacco dal mondo esterno. Soli con la propria coscienza e privi di ogni riferimento, si perde il rapporto Spazio-Tempo e si finisce per smarrirsi, riducendo il mondo interiore ad un caos senza senso possibile. Tale stato di shock determina la frantumazione di una personalità non più desiderata.
Il Labirinto, quindi, è la via che conduce all'interno di se stessi, verso la parte più misteriosa della persona umana, che non può essere raggiunta dalla coscienza se non a seguito di lunghi giri (la spirale) o di una intensa concentrazione, che permetterà di giungere all'Intuizione Finale.
Il Labirinto pone l'uomo di fronte al suo Mistero che, restando inspiegabile razionalmente, deve essere colto o intuito.