giovedì 28 gennaio 2010
Ricordi
mercoledì 27 gennaio 2010
I boschi impaludati di Milmia
martedì 26 gennaio 2010
L'Arkejon
Veloce, sul leggendario fiume Ermo, raggiungerò la città fortezza del re bambino. Il Consiglio dei dodici della citta santa di Ergon mi ha indicato questa strada, mi ha fornito del coraggio, mi ha regalato il libro Arkeja perchè io potessi capire la storia che scorre come un fiume sotterraneo, dietro alla mia storia. Non ho paura, non ho timore. Arkeja è qualcosa di magico, è qualcosa di misterioso eppure parla una lingua che conosco, una lingua che non so ripronunciare ma soltanto tradurre, soltanto cambiare. Arkeja parla anche di me, fra le righe, in ogni riga, in ogni frase, nelle immagini, nei pensieri. Nessuna origine certa, nessun mito prenatale, nessun essere misterioso. Il mondo in cui mi muovo esiste nella volontà di chi lo vuole vedere, esiste e si muove e cambia a vantaggio di chi crede in esso, di chi spende per esso le proprie energie.
Ergon avrà un ruolo importante nella rifondazione del regno.
lunedì 25 gennaio 2010
La città di Ergon
Riprendo il mio viaggio con la promessa di tornare ad Ergon non appena sarà giunto di nuovo il tempo. Come la luna tornerò nuovo ogni mese, come la luna, lo prometto sul sacro altare della vita eretto poco ad ovest, nei boschi sul lago. Avete rivelato quello che non avrei mai pensato, al confine del confine del mio cuore. Il re è un bambino, un vecchio bambino terrorizzato dalle sue paure e voi, potenti maghi, venerabile consiglio dispensatore di fortezza e perseveranza non avete esitato a far aprire il mio guscio, a far espandere la mia volontà oltre quello che avrei immaginato. Il re è un bambino impaurito, un bambino ribelle, un ragazzino trincerato nella sua costanza, difeso nella perfezione, ancorato ad evanescienti certezze, certo di non poter durare a lungo. Venerabile consiglio di maghi , hai riscoperto la magia che dimora anche in me. Sono luoghi magici questi, anche al confine del più lontano confine. Ergon, la città salda, che non teme il lago, impetuoso nel suo espandersi, costante e imperterrito. Non teme l'eterna alba, la natura prorompente, i re bambini. Non teme l'irrequietezza di un bambino impaurito.
sabato 23 gennaio 2010
Finestre
Come finestre, piccole finestre, ognuno di noi mostra a chi vuol guardare l'universo che conteniamo e che ci contiene. Come piccole finestre, sul mare.
giovedì 21 gennaio 2010
venerdì 15 gennaio 2010
IL castello sul lago: ricordi
giovedì 14 gennaio 2010
Il viaggio comincia
"Nessun disaccordo, nessuna guerra. Il re dell'ordine e della quiete è dimentico della bellezza e della felicità. Ciò che è stato non sarà più e ciò che sarà è ancora soltanto nei nostri pensieri. Eppure dai tuoi desideri nasce la tua capacità e potenza di appropriarti di tutto quello che di più prezioso volteggia per queste due terre. Sarai il nuovo delfino."
Ho trovato il migrante deciso e distratto nelle sue parole. Mi conosce, mi chiama per nome, il mio vecchio nome. Conosce il presente ma non disdegna di agganciarlo al passato profanando un tabù che la mia mente ha accuratamente issato. Conosco qualcosa adesso che avevo straordinariamente dimenticato. Il viaggio comincia. 
martedì 12 gennaio 2010
Una musica nel bosco
domenica 10 gennaio 2010
Ospitalità
E' un uomo piccolo, piccolo in tutto; ed anche la sua casa lo è. Mi chiedo se sia possibile che nella troppa solitudine un uomo possa trasformare le sue fantasie in ricordi e poi raccontarli come fossero stati vita vissuta. Ma credo che in fonod, stesse soltanto parlando con sé stesso.
giovedì 7 gennaio 2010
Una terra deserta
Lungo il tragitto
martedì 5 gennaio 2010
Domande
Non posso tornare da dove sono venuto, non si può tornare indietro dove non esiste neanche un andare avanti. La mia arroganza poi...mi chiedo se davvero abbia conosciuto me...ma in fondo sono arrogante e molteplice, questo lo sono sempre stato. E' difficile descriversi, perchè siamo tutto quello che adesso crediamo di essere e un attimo dopo possiamo apparirci tutto il contario. Credo sia impossibile fissare un'icona di noi stessi, impossibile perchè troppo sfuggente, volubile, multipla e molteplice. Tendo a classificare anche me stesso, a dire 'come sono', ma a malincuore, appena l'ho fatto, constato che è vero anche il contrario. Sono di natura triste? Si, eppure anche allegra, e malinconica e risoluta e arrendevole, e molto altro. Non ho una natura chiaramente identificabile e questo è un bene. Il re non può essere così sicuro nel definirmi. Non possiamo esserlo forse mai nel farlo con chiunque. Il re deve avere con me qualcosa in sospeso che non è stato chiarito. E' così che le persone finiscono per non sopportarsi.
Regis terrae: re e regalità
Incomprensioni
domenica 3 gennaio 2010
Il rifiuto
Percy: "Il re non ti riceverà, non vuole vederti. Ricorda il tuo antico nome. Ogni strada è sorvegliata. Sa chi sei, e ricorda come ergesti alte mura a difesa di qualcosa sottratto a lui. Mi dice di dirti di tornare da dove sei venuto."
Ettin: "Non posso tornare indietro, l’isola adesso è sommersa."
Percy: "Anche quella era sua. Qualcuno a valle ha costruito una diga. L’ha fatto per rallentare il corso del grande fiume e ingenuamente non ha creato altro che un immenso lago a sommergere il tuo rifugio." Ettin: "Il re sa chi è stato?"
Percy: "Lui non vuole vederti, non si fida di te. Conosce la tua arroganza, la tua molteplice forma, la tua insidiosa natura. Cambiare nome non significa mutare d’animo. Va a valle, cerca chi ti ha fatto questo e insieme uscite dalle terre del regno. Lui non ti riceverà."
sabato 2 gennaio 2010
Le parole del re
Sull'isola
Quando il grande fiume la seppellì lentamente, quando le solide fondamenta di roccia si fecero prima argilla ed infina sabbia, fui costretto a nuotare oltre ogni mia capacità e oltre ogni mia aspettativa. Sono stato quello che volevo, e questa è la speranza che dò al mondo; sarò quello che vorrò, a fondamento e nutrimento della stessa speranza. La fortuna e il destino non sono che inganni di una debole volontà di vivere alla ragione, che li accoglie come veri, unici, unicamente possibili. L'unicità sta solo nella volontà e nel cambiamento di ogni cosa. Questo, M., mi ha insegnato sull'isola di F. Questo, adesso che tutto è sprofondato nello scorrere delle acque, porto nelle terre del re.
venerdì 1 gennaio 2010
Passaggio
E' soltanto un passaggio, soltanto un sentiero nella notte, soltanto una oscura metafora della vita. Credevamo di esserci persi, credevamo che le terre, l'antico regno si fosse estinto, consumato, sgretolato sotto il peso delle cose, eppure un passaggio ne mostra l'ingresso, ne mostra l'orizzonte, ne apre la speranza. Siamo stati quello che abbiamo voluto; siamo stati quello che non potevamo sapere, siamo stati e ancora siamo; adesso non possiamo conoscere il nostro futuro e poco anche il presente scorrerre degli eventi. Il sentiro conduce alle terre del re, perchè nulla è impossibile a lui. Ho dato retta a te bella P., ho dato retta a te e poi ti ho perso e ti ho ritrovato e ti ho perso di nuovo. Ho dato ragione alla tua intelligenza, alla tua capacità di agire e di comprendere la natura beffarda del mondo. Ti ho perduta per sempre e per sempre ti condurrò con me.
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