Nevoso, ebbene sì. In fase di transizione pure, anche se tutte le fasi lo sono perchè ci transitano dalla precedente alla successiva. Terre di mezzo direbbe Sauron, traiettorie dico io. E ce ne sono di impercorribili, non lo nego, strade che ad ogni costo voglio calpestare e poi mi riempio i piedi di fango appiccicoso e faccio una fatica terribile a liberarmene. Mi libero dalle mie intemperanze e sempre me le ritrovo appiccicate come stelline di carta, come i trucioli di polistirolo che riempiono alcuni regali di natale. Fatica, è il termine più corretto, fatica e apprensione perchè le cose che vorrei fare le accetto in un tempo incongruo, un tempo veloce, più veloce del tempo necessario; perchè premo perchè tutto scorra innaturalmente oltre ogni previsione possibile e la tela s'increspa al posto di distendersi, di scivolare setosa; si irrigidisce, si piega e s'incurva, come lo spaziotempo einsteniano. Lo spaziotempo; già se almeno ne capissi qualcosa di più di quello che credo di non capire, sarei un po' più felice, ma si tratta sempre della stessa cosa: correre più veloce del tempo, più veloce del tempo necessario a percorre l'universo delle cose conosciute... cose che per ora rimangono sconosciute.
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