domenica 30 marzo 2014
Sesto passaggio
Il prato di asfodeli
Chi non ha operato con decisione il volere degli dei, né è andato loro in piena opposizione, vive un prato di fiori, scettri del re, la prateria degli Asfodeli (Asphodelos, da a= non, sphodos= cenere, elos= valle, ovvero valle di ciò che non è stato ridotto in cenere, ossia l'ombra dell'eroe dopo la cremazione). Né bene, né male, in un universo dove anche gli dei e gli eroi combattono con l'oltretomba.

Risparmiati dal bestiame al pascolo perché irti, pungenti e ispidi, gli asfodeli tendono ad infestare i campi e sono generalmente tipici di zone prive di copertura arborea e di sufficiente strato di terreno. Richiamano la povertà anche in relazione all'usanza presso gli antichi greci di usarli come nutrimento in tempi di carestia; e poiché anche ai morti era necessario il cibo, l'asfodelo veniva piantato sulle loro tombe. Rimasto nell'immaginario popolare come un pianta funerea, i campi di asfodeli furono considerati soggiorno dei trapassati.
Voglio cominciare da questa suggestione, da questa sospensione eterna, un limbo in cui tutto aleggia e rimane povero e misero, depauperato di un nome o di un significato; un luogo intermedio ai tre che innaturalmente non spinge verso una bipolarizzazione ma crea una terza possibile via, tanto terribilis quanto le altre due. Ai Campi Elisi e al Tartaro esiste una terza strada.
sabato 29 marzo 2014
Simboli: la triade

Il tre è un numero profondo, occulto, che informa la realtà delle proprietà percepibili ma che si mantiene invisibile e solo nel quattro si manifesta. E' dimanico, dopo la staticità del due, e riprende lo sviluppo dell'uno conducendolo nello ctonio. Il tre infine èmanifestazione di un equilibrio dinamico, evolutivo, trascendente e impercettibile. Dinamico evolversi in un dinamico equilibrio.
Il prato di asfodeli
Chi non ha operato con decisione il volere degli dei, né è andato loro in piena opposizione, vive un prato di fiori, scettri del re, la prateria degli Asfodeli (Asphodelos, da a= non, sphodos= cenere, elos= valle, ovvero valle di ciò che non è stato ridotto in cenere, ossia l'ombra dell'eroe dopo la cremazione). Né bene, né male, in un universo dove anche gli dei e gli eroi combattono con l'oltretomba.

Risparmiati dal bestiame al pascolo perché irti, pungenti e ispidi, gli asfodeli tendono ad infestare i campi e sono generalmente tipici di zone prive di copertura arborea e di sufficiente strato di terreno. Richiamano la povertà anche in relazione all'usanza presso gli antichi greci di usarli come nutrimento in tempi di carestia; e poiché anche ai morti era necessario il cibo, l'asfodelo veniva piantato sulle loro tombe. Rimasto nell'immaginario popolare come un pianta funerea, i campi di asfodeli furono considerati soggiorno dei trapassati.
Voglio cominciare da questa suggestione, da questa sospensione eterna, un limbo in cui tutto aleggia e rimane povero e misero, depauperato di un nome o di un significato; un luogo intermedio ai tre che innaturalmente non spinge verso una bipolarizzazione ma crea una terza possibile via, tanto terribilis quanto le altre due. Ai Campi Elisi e al Tartaro esiste una terza strada.
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