...due sono state e sono tornate le terre, due furono e sono di nuovo gli antichi regni ed uno è rimasto, da sempre, il confine del presente...

giovedì 26 giugno 2014

Settimo passaggio: la riva del lago.

"Sapevo che saresti tornato, giovane re. Il mio palazzo nero e i miei boschi sull'altra sponda del grande fiume hanno atteso silenziosi la tua disfatta e la tua rinascita, nuova fenice in terre antiche. Non avresti potuto e niente avrebbe resistito. Siamo inscindibili, come la fiamma e il tizzone, l'acqua e la sorgente e un addio pronunciato da parole umane non basta a rompere la forza dei legami. Ma ci sono delle novità, che dovrai accettare, che dovrai condividere con me e con le quali interagire. Ero io quello più schivo, misterioso, sfuggente. Adesso sei fuggito tu e sei tornato nuovo e rinsavito, impaurito ma anche temerario, pronto ad andare oltre. E "quest'oltre" sembra giunto, sembra improvvisamente piombato sulle nostre immaginifiche fronti. Siediti sulla riva del lago e ascoltami: sta succedendo qualcosa di nuovo."

domenica 22 giugno 2014

Simboli: il cinque

La pentade è quintessenziale, perché conduce la terrestrità del quattro verso un nuovo orizzonte spirituale. Il quinto ha in sé la dualità del dao e degli opposti, e si diversifica dagli altri quattro come il pollice in una mano, opponibile e complementare o come la testa nell'uomo vitruviano paragonato ad un pentacolo, con una punta più corta.. 
Nell'induismo Shiva è associato, con i suoi 5 volti, a questo numero , riferito anche agli elementi cinesi. Sono cinque i solidi platonici, i sensi, e le virtù nel buddismo. 
Il cinque è un numero complesso in termini energetico spirituali. E' dinamico e astratto, portatore di movimento e di misteriosità. Afferrarlo nella sua complessità non è un compito semplice perchè sfugge e scompare, tendendo a tornare un quattro.

Il secondo giorno d'estate

Tutto si sdoppia nel secondo. Le contraddizioni emergono oggi perchè ieri era soltanto il primo e domani la complessità del trino ci travolgerà e non saremo più in grado di ritornare alla dualità perfetta, alla dicotomia precisa e indifferente. Sono tornato, dopo aver abbandonato le festività di maggio, dopo aver lasciato Eliante nel suo oscuro palazzo, sono tornato. Ho trovato cose nuove, ho amato luoghi nuovi, ho rinvenuto pezzi del mio passato che avevo dimenticato. Ed Astrial mi ha concesso ancora di essere re, di essere signore e padrone. tutto si muove verso il tre, la complessità perfetta che condurrà allo ctonio, alla tetrade terrena. E' il secondo giorno d'estate e la neve cade copiosa sulle mie mani.

domenica 15 giugno 2014

Neve e pane: grazie

"Sotto la neve  pane, sotto la pioggia fame". A volte le parole più semplici sono quelle a cui si da più ascolto. A volte le emozioni più immediate sono quelle che più ci colpiscono. Ho cercato complessità indicibili, per dimostrare al mio ego che anch'io ero così. Oggi mi chiedo se le emozioni, le parole, i pensieri, i proverbi più semplici non siano la strada per una tranquillità maggiore. ho voglia di dare ascolto a qualcosa che non sia difficile, intricato e com
pesso. Ed è subito sera. Grazie.

giovedì 12 giugno 2014

Il fuoco bagnato: alchimie

Gli alchimisti lavorano col fuoco. Il fuoco è alla base della loro arte, eppure costituisce uno dei più impenetrabili misteri alchemici. Gli alchimisti tutti riferiscono di un fuoco segreto, un fuoco diverso dagli altri due tipi, un fuoco che non brucia, freddo, addirittura ‘bagnato’, un fuoco che “ per dare un’idea della sua forma (cit Fulcanelli) ha più l’aspetto d’un acqua che d’una fiamma”. È questo un gran segreto tanto teorico quanto operativo dell’alchimia.
In tutto i possibili fuochi sono due o tre. Uno comune, il secondo somigliante all’energia atomica, il terzo misterioso. L'alchimista Pernety (nel XVIII secolo) scrive:
“Conosciamo tre specie di fuoco: il celeste; il fuoco delle nostre cucine, ed il fuoco centrale. Il primo è purissimo, semplice e non bruciante da per se stesso. Il secondo è impuro, denso e bruciante; il fuoco centrale è puro in sé, ma commisto e temperato.. il primo è creatore e brilla senza bruciare; il secondo è distruttivo e brucia emettendo luce invece di generare; il terzo genera e talvolta rischiara senza bruciare, ma brucia, tal’altra senza rischiarare. Il fuoco celeste ha per sua sfera la regione Eterea, donde s’irradia sino a noi. Il fuoco elementare ha la sua dimora sulla superficie terrestre e nella nostra atmosfera; il fuoco centrale è allogato nel centro della materia.”Con i due fuochi elementare e centrale non si arriva alla realizzazione della grande opera. Essi sono necessari ma non bastano. Cuociono la materia prima, ma per portare a compimento il tutto c’è bisogno di questo misterioso fuoco celeste, che tutto sembra essere tranne che un fuoco. In particolare è l’ultima fare (la rubedo) che necessita di questa scintilla vivificante, che “suscita ed esalta la materia in una nuova genesi microcosmica”. Un altro alchimista scrive: “l’uno è violento e corrosivo, l’altro è leggero benigno, naturale incluso aereo, vaporoso, circolante, temperato,nutriente, vivificante…” Fulcanelli dice di aver perso 20 anni a cercare il segreto di questo fuoco e riferisce “è lo spirito racchiuso nelle cose, il raggio igneo, imperituro, chiuso nel fondo della sostanza oscura, informe e frigida. Stiamo qui giungendo nel più alto segreto dell’Opera.”

domenica 8 giugno 2014

Alice nel Paese delle Meraviglie: personaggi

Il Leprotto Bisestile ('compagno di merende' del Cappellaio) è una errata traduzione disneyana dall'inglese di March Hare, leprotto marzolino. In Inghilterra si usava dire - e si usa ancora - Mad as a march hare (matto come è matta una lepre a marzo), alludendo con questo alle scatenate capriole delle lepri maschio durante il periodo del calore, di solito nel mese di marzo, appunto. Ancora. Il sorridentissimo Stregatto che, nel romando, è chiamato Cheshire cat (gatto del Cheshire) trova la sua origine nel modo di dire Sorridere come un gatto del Cheshire, molto comune ai tempi dell'autore. L'immagine del gatto del Cheshire che sorride è legata probabilmente all'usanza esistente un tempo in tale regione, di fare una forma di formaggio che aveva la forma di un gatto sorridente. Infine: "La tossicità del mercurio è nota sin dall'antichità: i Romani erano infatti a conoscenza dei sintomi nervosi dell'esposizione all'elemento. Nell'età moderna, la tossicità del mercurio ed i suoi effetti nocivi sulla salute della mente si fecero palesi in particolare nell'Inghilterra dell'Ottocento, quando disordini mentali si diffusero tra i produttori di cappelli, che utilizzavano grandi quantità dell'elemento per lavorare il feltro. La diffusione di tali sintomi ispirarono con tutta probabilità lo scrittore e matematico Lewis Carrol nell'ideazione della figura del Cappellaio Matto, resa celebre dal romanzo Alice nel Paese delle Meraviglie."
Se un giorno impazzirò saprete perchè.

Au

Il simbolo chimico dell’oro deriva dalle iniziali della parola latina con cui lo si identificava (Aurum). Si liquefa a 1064° ed evapora 3080°. Insieme al rame è l’unico metallo ad avere un colore. La sua elevata malleabilità permette di farne sfoglie dello spessore di 0,0001 mm (un grammo ogni 0,4m2). Non si corrompe agli agenti atmosferici, all’acqua e con gli acidi. Fino ad oggi sono state ricavare circa 80 mila tonnellate d’oro, di cui 60 mila solo nel ventesimo secolo. Una parte non trascurabile si nasconde in denti finti e otturazioni (pratica in uso sin dagli etruschi).Quesito di Archimede: come si può sapere con esattezza se un oggetto è d’oro o semplicemente placcato oro, senza rovinarlo (tipo fonderlo, graffiarlo, saggiarlo ecc ecc)?

venerdì 6 giugno 2014

L'Albero e l'Impiccato

Crescono i rami dell'Albero Ermetico dell'Esistenza, si protendono innaturalmente verso il cielo e verso la terra, ctonio e uranico, dono inaspettato di Astrial, conquista dei più deboli e degli ignornati. Cresce luminoso e scarno, maschio e femmina, ricco e povero, potente e incredibilmente fragile. E l'Appeso compare risoluto e ironico, disinteressato, dimentico di sé, generoso ideale inconcreto e incapace di realizzare.  Si sacrifica, (autosacrificio eroico), espia e si martirizza. Conserva geloso segreti che a lui sono stati custoditi. Con l'Albero è un tutt'uno, una unità forte e indissolubile, una sinergia fatta di morte e rinascita, rigida nelle stagioni, flessibile nelle volontà e nella conoscenza. Seduto la sua potenza  pervade e fa vibrare ogni cosa.

giovedì 5 giugno 2014

Androginia primordiale: l'Adam Qadmon, il Rebis e l'Albero Sephirotico

Tutti temi enormi, tutte questioni importanti e complesse. Eppure la transessualità divina, l'androginia del dio, dell'uomo e del dio-uomo ricorrono e si rincorrono, come a reclutare alla mente forze occulte, a rievocare antichi concetti e pensieri, vecchie immagini della natura dimenticate dalla scienza e dalla scientificità moderna.
E così la 'doppia cosa' diventa il piccolo rebis bicefalo del maestro alchimista; e il mondo cabalistico protegge l'archetipo junghiano dell'Adam Qadmon, inconfessabile prototipo della bisessualità e dell'androgina, dell'animus/anima, della bipolarita indistinguibile e indissolubile; della dicotomia e del 'due', insuperabile se non in Keter, corona inaccessibile e inconoscibile, luce inprescrutabile, origine del pensiero e del moto cosmico. L'albero, potente mitologema in tutte le civiltà protostoriche e talvolta preistoriche. Le Sephirot a destra femminili e a sinistra maschili, si congiungono in Thipheret, Yesod, Malckut a ricordare che solo la coniuctio oppositorum può davvero sortire qualcosa di bellomisericordioso e a fondamento della creazione. 
"Dio creò l'uomo a sua immagine...maschio e femmina li (lo) creò" (Gn 1:27) Bisessualità che non è ermafroditismo fisico ma androginia spirituale (primordiale).