...due sono state e sono tornate le terre, due furono e sono di nuovo gli antichi regni ed uno è rimasto, da sempre, il confine del presente...

venerdì 17 maggio 2013

Quinto dono di Astrial: la penna d'oro

Esiste una strada, tracciata secoli fa e perseguita per molto tempo e infine abbandonata. Univa la citta torrita di Flauris alla città perduta, la reggia del re ai sacri palazzi di Ergon, città del potere. Oggi è possibile riprenderla, ripercorrerla, affrontarla. La penna d'oro è di nuovo nelle mie mani.

giovedì 16 maggio 2013

Il labirinto di Eliante

C'è un labirinto nelle terre di Eliante, replica esatta di quello che il Mago eresse per Fenix vicino al suo castello sul lago. Meraviglia di questi luoghi, leggerezza della mente, Eliante me lo mostra, mi invita a percorrerlo, consapevole della mia incapacità, audace e sfrontato, come già lo avevo conosciuto. Lo guardo serio e lui sorride. Mi teme e io temo lui, la sua bizzarria, il suo colore, tanto differente dal mio. Il labirinto mi tenta, mi avvolge già nelle sue spirali, nelle sue morbide, mortali volute. Ho paura sì, lo posso dire, perchè i miei piedi percorrono sentieri che mai avrebbero creduto e tutto diventa come un lungo interminabile crinale, e su entrambi i lati la montagna ripida e pericolosa scende verso valle. Credo che non ci sia perfezione, sì; credo che esista la complessità, sì; credo nella bellezza e nella gioia di goderla; credo nella rabbia di non poter trovare una soluzione logica a tutto. A grandi passi mi avvicino all'entrata e lui sorride, fiero di avermi tentato e indotto nel peccato mortale. Non morirò all'inferno, non io, che non credo nella sua esistenza. La burla e l'inganno stanno qui: le cose appartengono a chi le crede. Sì, ci credo.

Simboli: il labirinto

Il termine labirinto deriva dal greco e fa riferimento ad  una leggendaria costruzione architettonica dell'antichità, il palazzo del re Minosse e Cnosso, caratterizzato da una pianta complicata e artificiosa,  in cui i corridoi e le stanze si susseguivano e si intrecciavano creando un groviglio di spazi capace di far perdere completamente l'orientamento al visitatore.
Il Labirinto originario, quello preistorico e antico, detto unicursale è formato da un'unica via che si intrica, si avvolge, e va verso un Centro. E' una via lunga, faticosa, ma senza biforcazioni, crocicchi o cammini ciechi, incertezze e necessità di scelte; da percorre nel doppio senso di andata e ritorno, e senza pericolo di smarrimento. Questo complesso tracciato si ritrova, allo stato di natura, nei corridoi di accesso ad alcune grotte preistoriche.
Del simbolo del Labirinto sono state date le interpretazioni più varie e disparate in ogni campo, dalla filosofia alla psicologia, dalla psicanalisi alla pittura, dall'architettura alla scultura.
Il primo labirinto di cui si ha notizia nella tradizione occidentale è quello del Minotauro, costruito dall’architetto Dedalo su incarico del re cretese Minosse, e nel quale entrò Teseo per uccidere il mostro.

Il Labirinto ci suggerisce che ci troviamo di fronte ad un processo di iniziazione che, a prezzo di una faticosa esperienza, conduce l'Uomo al Centro, dove esso è solo di fronte alla propria realtà interiore, o alla bestia con cui deve combattere o alla morte, nel silenzio impalpabile che, solo, permette di acquisire la conoscenza di sé.
Tale significanza si conserva anche nell'allegoresi cristiana dell'Alto Medio Evo dove il Labirinto simboleggia, di solito, le prove che il devoto deve affrontare prima di giungere alla Gerusalemme Celeste.
Nella tradizione cabalistica, ripresa anche dagli alchimisti, il Labirinto svolgerebbe una funzione magica e sarebbe uno dei segreti attribuiti a Salomone. E' per questo che il Labirinto delle Cattedrali, costituito da una serie di cerchi concentrici interrotti in alcuni punti in maniera tale da formare una sorta di sentiero inestricabile e bizzarro, sarebbe chiamato "Labirinto di Salomone" (come quello della cattedrale di Lucca).
In alchimia è un'immagine del lavoro intero dell'Opera con le sue difficoltà maggiori e cioé quella della via da seguire per raggiungere il Centro dove avviene il combattimento tra le due Nature dell'Uomo, e dove si raggiunge la conoscenza del sé realizzato nel Rebis.
È soltanto in seguito, dall'età manieristica e barocca, che il labirinto subisce un radicale cambiamento e si aggroviglia, si complica, in una serie di illusioni e ingannevoli camminamenti che non danno più la certezza di arrivare al suo centro e, una volta arrivati, non danno più la sicurezza neanche di raggiungere l'uscita. Diventa allora il luogo della perdizione, dell'errore, del mistero e dell'avventura.
Le vie intricate e tortuose del Labirinto che permettono o impediscono l'accesso appaiono anche un sistema di difesa di ciò che contiene e, quindi, annunciano la presenza al suo interno, di qualcosa di prezioso e di sacro a cui non tutti possono accedere (il proprio io). Solo a pochi è concesso di intuirne l'entrata e le vie da percorrere per arrivare fino in fondo, mentre tutti gli altri saranno impossibilitati a penetrarvi o si smarriranno per strada. Può succedere di essere assaliti da un terribile senso di claustrofobia e contemporaneamente di distacco dal mondo esterno. Soli con la propria coscienza e privi di ogni riferimento, si perde il rapporto Spazio-Tempo e si finisce per smarrirsi, riducendo il mondo interiore ad un caos senza senso possibile. Tale stato di shock determina la frantumazione di una personalità non più desiderata.
Il Labirinto, quindi, è la via che conduce all'interno di se stessi, verso la parte più misteriosa della persona umana, che non può essere raggiunta dalla coscienza se non a seguito di lunghi giri (la spirale) o di una intensa concentrazione, che permetterà di giungere all'Intuizione Finale.
Il Labirinto pone l'uomo di fronte al suo Mistero che, restando inspiegabile razionalmente, deve essere colto o intuito.

lunedì 13 maggio 2013

Tutto converge

Le festività di maggio continuano al Palazzo delle Stagioni, festività riscaldate dal caldo Vento del Sud che solo Eliante poteva  permettere  che attraversasse tutte le terre. E dalla neve al vento, dal vento alle festività. La Tavola, l'Albero, la Corona e il Lapislazzulo ci hanno concesso giorni sereni, hanno portato l'equilibrio dinamico ad una svolta del pendolo; hanno mostrato che la felicità spesso è l'illusione del 'tutto perfetto'. Lasciamo la perfezione, la abbandoniamo, la rinneghiamo, perchè non appartiene a menti sane, a menti propiettate verso la caducità di questo mondo. Siamo quello che siamo e non quello che potremmo essere, questa è la profonda ultima verita Shakesperiana che traghettiamo anche qui, dove ogni cosa e ogni idea può essere. Rinuncio a fare tutto quello che è possibile, dove tutto è possibile, perchè diventi e rimanga specchio di quello che vivo, di quello che annuso, di quello che voglio. Festeggiamenti, il vento caldo, Eliante e M.. Tutto converge verso.

giovedì 9 maggio 2013

Quatro dono di Astrial: la tavola concava

Ci permette di riversare le nostre lacrime, di riunire i rigagnoli delle poche forze rimaste. Ci riunisce, scomposti all'origine, diffranti, apparentemente separati e irrimediabilmente differenti. Ci riunisce nelle nostre essenze, nelle nostre peculiarità distinte, immaginifiche forme. Finalmente
insieme le forze ritornano, ci guardano, ci affrontano. Siamo tre come gli estremi di un triangolo che tutto soggiace, forma primigenia latente alla realtà, moderatrice di verità, filtro di idee, rete di emozioni. Tre.

Addensamenti nel vuoto

Considerando gli immensi spazi vuoti fra gli ammassi di galassie, si stima che la densità media della materia visibile nell'universo sia di un solo atomo per metro cubo.
Siamo grumi in un vuoto cosmico inimmaginabile, addensamenti improbabili in luoghi altrettanto insoliti.

martedì 7 maggio 2013

Primo concilio: il palazzo di Eliante

Eliante ci ha radunato, ci ha chiamato, ha visto la nostra difficoltà. Si apre il primo concilio oltre le terre del Re, al di là del fiume, ad Ovest, nei luoghi dei non vivi. Le stanze del palazzo sono fresche, ombrose, scure e profonde. Eliante siede e guarda. Non ha troppe parole, non ha troppi intricati pensieri. Maggio ha portato questa riunione che solo Astrial sa quanto potrà durare. Si è resa necessaria perchè un nuovo inverno ha invaso le mie terre e ne' io ne' M. sappiamo come fronteggiarlo. La neve oramai è troppo ingombrante e il faro ha cessato di nuovo di illuminarsi, accecato dalla prepotenza della bufera e del vento. Eliante è forte di un passato già vissuto e già stato, un passato che lo ha reso potente, saggio e immortale. Ho con me i doni di Astrial, la corona e il Lapis. L'albero ha allungato i suoi rami, li ha sollevato al cielo, li ha protesi alla terra. Non ci abbandonerà. Questa adunanza serve a me per primo, per riposare, per riflettere, per pensare quello che si può fare. Ogni energia si quieta ora nell'universo inverso di queste terre, si calma e converge verso lo scuro palazzo di Eliante. Tutto converge verso questo centro dall'attrazione gravitazionale immensa, tutto si piega alla sua volontà, al suo sguardo penetrante, alla sua incantevole magia. Tutto si chiude e rinchiude in queste stanze. Tutto si piega, si flette, si incatena, si riduce, si comprime in dimensioni nuove. E' l'inizio di qualcosa di diverso.

Contraddizioni: io e Eliante

Guardo Eliante e scopro quanto sia diverso da me, quanto sia distante il suo modo di vivere il mondo, di conoscerlo, il suo modo di avvicinarsi agli altri. Lo scruto e lui si compiace di questo. Ama essere osservato, scoperto, ammirato, differentemente da me che spesso mi nascondo, io che sono chiamato a regnare su terre che scopro di aver già conosciuto e dominato e regnato. Mi guarda compiaciuto, eclettico, misterioso, intrigante e oscuro. Mi guarda chiedendomi di guardarlo; e M. rimane colpito da quanto sia attratto da lui. Un'attrazione che oscilla dall'ammirazione all'invidia.
Ci rimangono le nostre contraddizioni, uniche vere regine di tutto questo. Ci rimangono le dualità che imperversano su cieli che a volte crediamo sereni. E un nuovo inverno ha già inondato queste terre ricordandomi che non si fugge da se stessi.

lunedì 6 maggio 2013

Un monumento

Ho posizionato una pietra, un monumento, un ricordo a chi non può più ricordare; a chi adesso non muove le sue labbra, non pensa, non ride più. E mi chiedo quanto ci sia costato arrivare fin qui, quante energie abbiamo speso per conoscerci e infine lasciarci, improvvisamente, amaramente; quanto ci è pesato discutere e fraintenderci per poi lasciare che tutto tornasse da dove era venuto. Quanto ci ha divertito ridere e quanto ci hanno impegnato le mie preoccupazioni. Eppure le leggerezze non sono mancate, le gioie, le inifnite bellezze, i raggi di sole e i caffè all'ombra dei primi chiari di primavera. Mi chiedo a che cosa sia servito; poi ricordo il sorriso e quello basta, quello mi sorprende, mi rallegra, mi rattrista, mi rinforza e mi scoraggia. Un monumento, una pietra sottile, a nord del faro, sul mare, simbolo della mia e tua memoria, della durevolezza, del ricordo, di ciò che non deve scomparire o dissolversi in polvere. E' maggio e il Palazzo delle Stagioni è in festa anche per te.

giovedì 2 maggio 2013

Un lontano passato: Eliante

Oltre il lago, il Castello e molto prima del Faro...lontano dal Regno di Astralia e nella direzione ovest segnata dalla Torre del Viaggiatore, Eliante parla da sempre con la notte, l'unica in questi luoghi ad aver conservato tutto. La sua lingua è profonda e viene da un passato profondo, quando ogni cosa aveva un nome appropriato e poteva essere invocata e chiamata nel modo corretto. Eliante ricorda a tutti noi come tutto è avvenuto; dall'ombra assistette alla fondazione della prima dimora del Grande Mago, della successiva e infine della posa in opera della prima pietra del Castello sul Lago. Conobbe Astralia in tutto il suo splendore Persefone, Fenix e Isatis; incontrò il Viaggiatore, quando, per andare oltre le terre del mago, attraversò i suoi giardini. Incontrò il Guardiano e a lui donò le terre per fondare i Giardini Officinali. Eliante ci ricorda da dove veniamo, da dove tutto questo proviene, in una lingua dalle scure parole ma che ci appare chiara perchè in fondo anche noi la conosciamo.  Eliante è l'unico a sapere quando sia arrivata la neve. 

mercoledì 1 maggio 2013

Memorie e ricordi: la seconda origine


"Per troppo tempo sono rimasto sull'isola di F., persuaso dall'idea indecifrabile e confusa che il fiume si dividesse per necessità all'incontro con essa, e che l'avvolgesse per amore, fino a tornare a riunirsi nelle sue acque oltre, più a nord. Perchè il grande fiume scorre verso nord, e la terra che esso solca e separa è ad est quella dei vivi, ad ovest è terra dei defunti. E defunto è il passato e vivo il futuro nelle nostre speranze. E morta è la paura come un sole che tramonta, e viva la fiducia nella vita come un disco fiammante che sorge.
Quando il grande fiume la seppellì lentamente, quando le solide fondamenta di roccia si fecero prima argilla ed infine sabbia, fui costretto a nuotare oltre ogni mia capacità e oltre ogni mia aspettativa. Sono stato quello che volevo, e questa è la speranza che do al mondo; sarò quello che vorrò, a fondamento e nutrimento della stessa speranza. La fortuna e il destino non sono che inganni di una debole volontà di vivere alla ragione, che li accoglie come veri, unici, unicamente possibili. L'unicità sta solo nella volontà e nel cambiamento di ogni cosa. Questo, L'Oscuro Guardiano, mi ha insegnato sull'isola di F. Questo, adesso che tutto è sprofondato nello scorrere delle acque, porto nelle terre del re."

La festa di maggio al Palazzo delle Stagioni

Da tempo M. attendeva questo momento e finalmente è arrivato. Maggio ha inondato le terre di neve, come da tempo non si vedeva e il Palazzo delle Stagioni ha rinnovato le sue stanze, ha innalzato festeggiamenti al mese più importante dell'anno. Eliante è arrivato fino a qui dalle sue terre, portando aria di speranza e di armonia. C'è troppa luce per lui, troppo clamore, ma M. ha saputo farlo riposare. Tutto è cambiato nuovamente e la ruota del tempo ha girato su se stessa per ringiovanire ogni cosa. Tutto ha nuovi desideri e ci saranno da questi nuovi cambiamenti. Il tempo dei festeggiamenti è cominciato.