...due sono state e sono tornate le terre, due furono e sono di nuovo gli antichi regni ed uno è rimasto, da sempre, il confine del presente...

giovedì 16 maggio 2013

Simboli: il labirinto

Il termine labirinto deriva dal greco e fa riferimento ad  una leggendaria costruzione architettonica dell'antichità, il palazzo del re Minosse e Cnosso, caratterizzato da una pianta complicata e artificiosa,  in cui i corridoi e le stanze si susseguivano e si intrecciavano creando un groviglio di spazi capace di far perdere completamente l'orientamento al visitatore.
Il Labirinto originario, quello preistorico e antico, detto unicursale è formato da un'unica via che si intrica, si avvolge, e va verso un Centro. E' una via lunga, faticosa, ma senza biforcazioni, crocicchi o cammini ciechi, incertezze e necessità di scelte; da percorre nel doppio senso di andata e ritorno, e senza pericolo di smarrimento. Questo complesso tracciato si ritrova, allo stato di natura, nei corridoi di accesso ad alcune grotte preistoriche.
Del simbolo del Labirinto sono state date le interpretazioni più varie e disparate in ogni campo, dalla filosofia alla psicologia, dalla psicanalisi alla pittura, dall'architettura alla scultura.
Il primo labirinto di cui si ha notizia nella tradizione occidentale è quello del Minotauro, costruito dall’architetto Dedalo su incarico del re cretese Minosse, e nel quale entrò Teseo per uccidere il mostro.

Il Labirinto ci suggerisce che ci troviamo di fronte ad un processo di iniziazione che, a prezzo di una faticosa esperienza, conduce l'Uomo al Centro, dove esso è solo di fronte alla propria realtà interiore, o alla bestia con cui deve combattere o alla morte, nel silenzio impalpabile che, solo, permette di acquisire la conoscenza di sé.
Tale significanza si conserva anche nell'allegoresi cristiana dell'Alto Medio Evo dove il Labirinto simboleggia, di solito, le prove che il devoto deve affrontare prima di giungere alla Gerusalemme Celeste.
Nella tradizione cabalistica, ripresa anche dagli alchimisti, il Labirinto svolgerebbe una funzione magica e sarebbe uno dei segreti attribuiti a Salomone. E' per questo che il Labirinto delle Cattedrali, costituito da una serie di cerchi concentrici interrotti in alcuni punti in maniera tale da formare una sorta di sentiero inestricabile e bizzarro, sarebbe chiamato "Labirinto di Salomone" (come quello della cattedrale di Lucca).
In alchimia è un'immagine del lavoro intero dell'Opera con le sue difficoltà maggiori e cioé quella della via da seguire per raggiungere il Centro dove avviene il combattimento tra le due Nature dell'Uomo, e dove si raggiunge la conoscenza del sé realizzato nel Rebis.
È soltanto in seguito, dall'età manieristica e barocca, che il labirinto subisce un radicale cambiamento e si aggroviglia, si complica, in una serie di illusioni e ingannevoli camminamenti che non danno più la certezza di arrivare al suo centro e, una volta arrivati, non danno più la sicurezza neanche di raggiungere l'uscita. Diventa allora il luogo della perdizione, dell'errore, del mistero e dell'avventura.
Le vie intricate e tortuose del Labirinto che permettono o impediscono l'accesso appaiono anche un sistema di difesa di ciò che contiene e, quindi, annunciano la presenza al suo interno, di qualcosa di prezioso e di sacro a cui non tutti possono accedere (il proprio io). Solo a pochi è concesso di intuirne l'entrata e le vie da percorrere per arrivare fino in fondo, mentre tutti gli altri saranno impossibilitati a penetrarvi o si smarriranno per strada. Può succedere di essere assaliti da un terribile senso di claustrofobia e contemporaneamente di distacco dal mondo esterno. Soli con la propria coscienza e privi di ogni riferimento, si perde il rapporto Spazio-Tempo e si finisce per smarrirsi, riducendo il mondo interiore ad un caos senza senso possibile. Tale stato di shock determina la frantumazione di una personalità non più desiderata.
Il Labirinto, quindi, è la via che conduce all'interno di se stessi, verso la parte più misteriosa della persona umana, che non può essere raggiunta dalla coscienza se non a seguito di lunghi giri (la spirale) o di una intensa concentrazione, che permetterà di giungere all'Intuizione Finale.
Il Labirinto pone l'uomo di fronte al suo Mistero che, restando inspiegabile razionalmente, deve essere colto o intuito.

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