...due sono state e sono tornate le terre, due furono e sono di nuovo gli antichi regni ed uno è rimasto, da sempre, il confine del presente...

giovedì 24 aprile 2014

Alle porte di maggio. la malattia di Eliante

Con maggio alle porte, Eliante sembra caduto in un'apatia  e in una sofferenza che non ha tregua né consolazioni. Si ammalerà, come un tempo successe ad M. col confronto con l'Alchimista. La verità distrugge le illusioni, i rivela i vuoti riempiti ad arte e che abbiamo pensato e voluto e desiderato. La necessità di rispettare i propri desideri ci uccide davanti a quello che abbiamo costruito per ingannarli. La neve fredda e chiara ha oltrepassato il grande fiume e ha raggiunto oramai le nere terre riflettendo la luce in poliversi spazi e onde. La neve sovrasta le nostre intenzioni e illumina gli anfratti nascosti e le intercapedini delle nostre paure. Starò con lui per preparare le festività di maggio, tanto sentite in queste terre; lo condurrò al Palazzo delle Stagioni, un luogo più sicuro e gioioso, lasciando le oscure terre senza padrone, senza re, senza guida. Ricordo M. quando chiuso nel suo faro attendeva il ritorno del Mago o del Leogrifo. Ricordo M. ai Rifugi Oscuri, ammalato e distrutto. 
Ora maggio è alle porte e tutto dovrà essere pronto. Bufere oltre l'orizzonte di Astralia, si preparano ad invadere le mie terre. Perchè non amiamo i cieli sereni, non vogliano e non bramiamo la quiete. L'ordine e la calma sono frutto di troppa scienza e intelletto. Il movimento e l'agitazione rivelano invece la presenza dell'instancabile desiderio di ricerca e di vita che pervade ogni cosa. 

martedì 22 aprile 2014

Sesto dono di Astrial: il bracciale di luce

I boschi neri oltre il castello di Eliante, hanno chiuso il mio sguardo per giorni,  per mesi su se stesso. Capovolto in universi diversi e richiusi in loro stessi. Mondi arrotolati come dimensioni alterne, diverse e inverse, dove la paura e la gioia, si mischiano al dolore e alla tristezza e la quaternità ritorna all'uno primordiale, ancestrale e primigenio. Nero più nero del nero, dicevano i maestri antichi. La notte ne sussurra la potenza, il giorno ne teme la forza: l'oscurità nera si addensa quando l'anima e l'animo si uniscono nelle nozze alchemiche. Il bracciale, comparso d'improvviso come ogni dono di Astrial, ha riaperto i sentieri, ha risvolto le storie della mia mente, le ha risolte e avvolte di parole, ancora. Il bracciale colma la misura, decanta le polveri annebbianti, e tracima infine per rigare ciò che tutto contiene. Ho ripreso il sentiero.  
Il bracciale di luce: sesto dono. 

lunedì 21 aprile 2014

Io e la luna

Esisto io e le sue emanazioni tutte sincroniche e diacroniche.
[Omaggio alla nuova luna calante]

mercoledì 16 aprile 2014

Mitologema e archetipo della tetrade e del tetramorfo

Jung pone particolare attenzione al mitologema della quaternità, sottolineando come anche ogni orientamento psichico necessiti di quattro aspetti psicologici. Il primo stabilisce che qualcosa è. Il secondo che cosa è. Il terzo se esso conviene o no, se lo si vuole accettare. Il quarto dove esso va e da dove viene. 
Il mitologema della quaternità è riscontrabile nell'orientamento spaziale (punti cardinali) ma anche in molte manifestazioni attinenti alla religione (un esempio per tutti, i vangeli ricollegabili alla 'quadrimorfia' del Salvatore) e si contrappone alla triade (puramente artificiale) attinente a Dio stesso (eccesso di teologia scolastica) perchè spontanea e immediata sotto molteplici manifestazioni. Colpisce l'insistenza dello psicanalista sul numero quattro. Accusato a più riprese di fanatismi misticheggianti, Jung è come ossessionato dalla presenza del quattro che ritrova e scorge anche in molte esperienze oniriche di molti suoi suoi pazienti, da lui accuratamente raccolte e descritte. 

"La quaternità è un archetipo che appare, per così dire universalmente. Essa è la premessa logica per ogni giudizio di totalità" [C.G. Jung Psicologia e religione, ed Bollati Boringhieri, pag 160]

Realtà psichica e realtà quotidiana si confrontano ordinariamanete con la tretraksis conscia e inconscia, manifesta o latente. La cultura stessa produce archetipi partendo dal mitologema potente della quaternità, sviluppandoli in ogni contesto umano.
Tetramorfo è il due nel due, il doppio del doppio, la contrapposizione nei contrapposti, che diventa complessa completezza, antinomia negli antipodi. Si sdoppia ciò che è già due, e si manifesta il quattro. Quattro gli elementi antichi per classificare la totalità, i quadranti del cerchio, le stagioni e moltissimo altro. Ci sfugge la potenza della tetrade semplicemente perchè siamo troppo abituati a viverla inconsciamente e non a prenderne piena percezione. Ci stupisce e ci sdubbia la sua portata laddove al suo posto tendiamo a ritrovare banali coincidenze.

domenica 13 aprile 2014

PHI, la matematica irrazionale

1,618033 9887498 9484820 4586834 3656381 1772030 9179805 7628621 3544862 2705260 4628189 0244970 7207204 1893911 3748475 4088075 3868917 5212663 3862223 5369317 9318006 0766726 3544333 8908659 5939582 9056383 2266131 9928290 2678806 7520876 6892501 7116962 0703222 1043216 2695486 2629631 3614438 1497587 0122034 0805887 9544547 4924618 5695364 8644492 4104432 0771344 9470495 6584678 8509874 3394422 1254487 7066478 0915884 6074998 8712400 7652170 5751797 8834166 2562494 0758906 9704000 2812104 2762177 1117778 0531531 7141011 7046665 9914669 7987317 6135600 6708748 0710131 7952368 9427521 9484353 0567830 0228785 6997829 7783478 4587822 8911097 6250030 2696156 1700250 4643382 4377648 6102838 3126833 0372429 2675263 1165339 2473167 1112115 8818638 5133162 0384005 2221657 9128667 5294654 9068113 1715993 4323597 3494985 0904094 7621322 2981017 2610705 9611645 6299098 1629055 5208524 7903524 0602017 2799747 1753427 7759277 8625619 4320827 5051312 1815628 5512224 8093947 1234145 1702237 3580577 2786160 0868838 2952304 5926478 7801788 9921990 2707769 0389532 1968198 6151437 8031499 7411069 2608867 4296226 7575605 2317277 7520353 6139362.

Il silenzio

Il silenzio è fatto di stelle, è fatto di nuvole, è fatto di pensieri che non hanno parole, di luce che non hanno occhi per essere ascoltate. Il silenzio è denso e pesante o leggero e evanescente. Il silenzio è imperatore del tempo, del suo scorrere, del suo divenire. Silenzio.

venerdì 11 aprile 2014

Il trino sacro preolimpico: il tre e dio

Quando ancora Dio rientrava nel femmineo strettamente connesso alle tre fasi lunari, la trinità si manifestava ampiamente nelle divinità e semidivinità preolimpiche. Testimonianza della presenza del trino anche prima del cristianesimo, e dell'avvento della mascolinizzazione del sacro a svantaggio della femminilità onnipresente in natura.  
Luna Calante, Luna crescente, Luna Piena. Alle triadi femminili preolimpiche appartengono le Moire (Cloto, Lachesi e Atropo) le Graie, le Erinni, le Arpie, le Gorgoni e le Esperidi nel giardino delle quali era custodito l'albero dai pomi d'oro.
Tre è Dio, per chi lo conosce profondamente e arcaicamente, e tre sono le sue più potenti manifestazioni. Il richiamo al Grande Volto dell'Albero Sephirotico è chiaro ed evidente.

giovedì 10 aprile 2014

Il castello nero di Eliante

Nessuno, nessuno, non c'è nessuno. Nel buio delle stanze vuote e senza mai troppo calore il mio sguardo si perde e si confonde nell'assenza. Mi manca qualcosa e divento inquieto e insoddisfatto. Eliante siede silenzioso oltre il largo ingresso, oltre la scala, oltre se stesso e me che lo cerco e chiedo spiegazioni. Nessuna parola, nessun sorriso, nessun giaciglio per piangere la disperazione del nulla. Le terre notturne nell'uomo nero ospitano un castello scuro come la sua anima. Inospitale, vuoto, a tratti freddo e pauroso. Ecco, sì, ho paura, un'emozione che si tramuta in follia, in rabbia, in angoscia e in mille altri colori notturni. Le mie emozioni gli sono estranee e infondate. 

venerdì 4 aprile 2014

La scomparsa di M.

Infine nessuno è tornato a rivendicare il suo nome, a dare sostanza all'impercettibile .Infine nessuno ha saputo impersonare l'ombra di qualcosa che non è più... E lentamente muore, manca di forma e di sostanza, e di verità quello che nessuno può più nominare. M. rimane una sigla di qualcosa che è appartenuto a queste terre, ad un mago, un alchimista perduto nelle nebbie dei tempi.
In processione oltre le porte di Astralia, io ed Eliante oramai unici eredi di qualcosa che ci è sempre appartenuto, ci rammentiamo che non è stato solo un sogno, che non è stato soltanto neve. La neve inneva, copre le orme, dissacra ogni pensiero silente. M. è scomparso, assorbito dalla notte delle terre del Principe Nero, disincantato come me più di prima, estratto dalle sue grotte, privato del valore e dell'audacia del suo faro, curato e infine ucciso dagli stessi rimedi. Oggi non ricorda più, non parla più, non rammenta più il suo mago, anch'esso dissoltosi ere addietro, a lasciare immensi universi vuoti e soli.  Non sapremo più davvero che cosa ci avrebbe narrato, che cosa avrebbe ricordato, che cosa avrebbe potuto dirci; eppure Eliante sembra distrattamente disinteressarsene e io lo guardo attonito e impietrito. Mi terrorizza la sua fermezza, la sua voglia di andare oltre, di perdurare nella vita, nella notte. Lo guardo e lo ammiro come un nuovo re. Mi sta spodestando ed io lascio che così sia perché la naturalezza con cui tutto avviene mi ricorda che non posso ostacolare il flusso delle cose, il lento e naturale scorrere degli eventi. Addio M., ti sei eclissato senza che io davvero poterti dirti addio. Il Palazzo delle Stagioni sentirà la tua mancanza.