Nessuno, nessuno, non c'è nessuno. Nel buio delle stanze vuote e senza mai troppo calore il mio sguardo si perde e si confonde nell'assenza. Mi manca qualcosa e divento inquieto e insoddisfatto. Eliante siede silenzioso oltre il largo ingresso, oltre la scala, oltre se stesso e me che lo cerco e chiedo spiegazioni. Nessuna parola, nessun sorriso, nessun giaciglio per piangere la disperazione del nulla. Le terre notturne nell'uomo nero ospitano un castello scuro come la sua anima. Inospitale, vuoto, a tratti freddo e pauroso. Ecco, sì, ho paura, un'emozione che si tramuta in follia, in rabbia, in angoscia e in mille altri colori notturni. Le mie emozioni gli sono estranee e infondate.
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