...due sono state e sono tornate le terre, due furono e sono di nuovo gli antichi regni ed uno è rimasto, da sempre, il confine del presente...

mercoledì 16 aprile 2014

Mitologema e archetipo della tetrade e del tetramorfo

Jung pone particolare attenzione al mitologema della quaternità, sottolineando come anche ogni orientamento psichico necessiti di quattro aspetti psicologici. Il primo stabilisce che qualcosa è. Il secondo che cosa è. Il terzo se esso conviene o no, se lo si vuole accettare. Il quarto dove esso va e da dove viene. 
Il mitologema della quaternità è riscontrabile nell'orientamento spaziale (punti cardinali) ma anche in molte manifestazioni attinenti alla religione (un esempio per tutti, i vangeli ricollegabili alla 'quadrimorfia' del Salvatore) e si contrappone alla triade (puramente artificiale) attinente a Dio stesso (eccesso di teologia scolastica) perchè spontanea e immediata sotto molteplici manifestazioni. Colpisce l'insistenza dello psicanalista sul numero quattro. Accusato a più riprese di fanatismi misticheggianti, Jung è come ossessionato dalla presenza del quattro che ritrova e scorge anche in molte esperienze oniriche di molti suoi suoi pazienti, da lui accuratamente raccolte e descritte. 

"La quaternità è un archetipo che appare, per così dire universalmente. Essa è la premessa logica per ogni giudizio di totalità" [C.G. Jung Psicologia e religione, ed Bollati Boringhieri, pag 160]

Realtà psichica e realtà quotidiana si confrontano ordinariamanete con la tretraksis conscia e inconscia, manifesta o latente. La cultura stessa produce archetipi partendo dal mitologema potente della quaternità, sviluppandoli in ogni contesto umano.
Tetramorfo è il due nel due, il doppio del doppio, la contrapposizione nei contrapposti, che diventa complessa completezza, antinomia negli antipodi. Si sdoppia ciò che è già due, e si manifesta il quattro. Quattro gli elementi antichi per classificare la totalità, i quadranti del cerchio, le stagioni e moltissimo altro. Ci sfugge la potenza della tetrade semplicemente perchè siamo troppo abituati a viverla inconsciamente e non a prenderne piena percezione. Ci stupisce e ci sdubbia la sua portata laddove al suo posto tendiamo a ritrovare banali coincidenze.

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