...due sono state e sono tornate le terre, due furono e sono di nuovo gli antichi regni ed uno è rimasto, da sempre, il confine del presente...

domenica 1 novembre 2020

Perdono

Mi perdonino i Cieli e le enneadi sacre, per aver rinunciato, per aver abbandonato. La Regina fu chiara: fa parte doi me, della mia materia, abbandonare ogni cosa, anche lei, fuggita appena oltre, dope neanche possiamo più sperare di guardarci negli occhi, dove anche gli occhi perdono gli sguardi in un o spazio che si piega alla necessità di abbandono. Mi perdonino i Cieli, non è nelle mie forze, non ancora poter contrastare qanto sembra nascere come un drago, dalle profondità di una terra desolata, quale sono. Sono desolato, triste e abbandonato, proprio come queste terre, proprio come questi tramonti interminabili. Ho pianto, ho pianto molto perchè quando si sceglie, convinti che la direzione è quella giusta e si abbandona tutte le altre, quando ci si incanala in scelte decise, per un po' si è orgogliosi e forti di se stessi, si è audaci e fieri, come leogrifi, come stelle nuove, nevi perenni. Soltanto in seguito, quando la terra sollevata sotto la superficie del lago da piedi maldestri si decanta e lascia intravedere un po' oltre, solo allora, quando il lago si cama e si schiarisce, solo allora arrivano le lascrime, quelle solitarie, quelle incondivisibili, quelle che nessuno più puo' capire perchè neanche la tua anima è più con te e neanche lei puo' aiutarti a spiegarle. Perdono perchè non avrei potuto fare altrimenti e la forza per fare altro non l'ho neanche adesso. Perdono, per aver lasciato un impero, un regno ben governato all insidie del mondo, alla corruzione del tempo. Il Tempo. Avevo creduto, di poterlo tenere fuori. Ingenuità di un giovane troppo inesperto della vita, e della morte. E adesso che tutto chiama alla morte intorno, non vedo altro che le parole del tempo, insinuate in ogni cristallo di neve, in ogni ricordo, in ogni futuro possibile. Il Tempo. 

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