...due sono state e sono tornate le terre, due furono e sono di nuovo gli antichi regni ed uno è rimasto, da sempre, il confine del presente...

giovedì 3 giugno 2010

Oceanomare


Sarò maledetto. Maledetto per aver bruciato l'Arkejon; maledetto per aver strappato al tempio di Tindòra il Lapis Lapsus e per averlo infine perso nelle sconfinate acque di questo oceanomare. Maledetto, per aver profanato il vecchio castello sul lago con la mia incredulità; maledetto per aver permesso all'aquila bianca di perdersi di nuovo, maledetto per aver impedito la distruzione di Flauris; maledetto per aver abbandonato la retta via della ragione e aver intrapreso la strada del mare.La nave piumata inviatami da Ergon mi ha raccolto dalle alte e oramai sempre più sommerse terre di Aur; di esse rimane ben poco e presto scompariranno. Mi ha accolto, mi ha promesso un nuovo sbarco. Vola sulla superficie delle acque, leggera e a filo, come un grande gabbiano, come una vela che non tocca mai nè il cielo, nè il mare. Mi sorprendo a pensare che il fiume, che un tempo separava quello che non era possibile unire, adesso, ingranditosi a dismisura per ragioni a me sconosciute, unisce tutto quello che potevo pensare. Tutto: il passato, il presente, l'ovvio e l'incerto; tutto, unito nel flusso e riflusso di maree incostanti e impetuose. Tutto. L'aria mormora, bisbiglia di una città interdetta, di un luogo fuori dalla portata della ragione, un luogo irraggiungibile senza una maera eccezionale come questa, senza una sovversione delle leggi di natura. Sarò maledetto ma raggiungerò questo luogo, Elionor, lo vedrò, lo vivrò e mi farò raccontare quello che è stato e che non ricordo, quello che è avvenuto e che non sapevo, quello che è successo e che ho cancellato. Elionor.

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