...due sono state e sono tornate le terre, due furono e sono di nuovo gli antichi regni ed uno è rimasto, da sempre, il confine del presente...

mercoledì 30 giugno 2010

Plano ancora

E' colpa di questo violino, si è colpa sua se piango. Perchè tocca le corde del mio bambino, le fa vibrare, le striga, le rinfresca, le agita e le fa suonare. E' colpa di questo violino oppure è colpa mia, oppure, come al solito non cercherò una colpa, non mi piacciono le colpe. Siamo esseri viaggianti, plananti sulla terra, anime inquiete, leggere e appesantite dai nostri pesanti pensieri. Non credo nelle vie d'uscita perchè non credo ci sia da uscire. Credo allora nelle vie da trovare, nelle strade da scoprire per essere caplestate, per essere rinfrescate, per allargare quello che vediamo, quelli che crediamo muri o pareti, o confini. Credo che le persone finiscono per vivere un dramma che loro hanno scritto e del quale non riescono più a cambiare le battute. Lo recitano all'infinito, talvolta prevedendone le scene, perchè lo conoscono, lo sanno a memoria, eppure è più forte, è più rassicurante che cercare personaggi nuovi, termini mai usati, frasi liberatorie perchè dalle risposte imprevedibili. Sì, ci incastriamo in teatri sacri e inviolabili, dove chi tenta di cambiare è un disonesto, un traditore, un vigliacco che ha ceduto alla voglia di luce. Eppure sto facendo proprio questo, aimè, e morirò all'inferno, lo so, e l'inferno morirà con me, sotto le mie ali di ghiaccio le sue fiamme cesseranno di essere. Sto dissacrando la scena, la sto smontando, la sto cambiando, sto modificando quello che ho scritto, col snague, perchè davvero non ci sto più dentro, davvero odio le sue battute, le sue ambientazioni, le sue ferite. Un bambino del paradiso l'ha ideata e adesso che ho rinnegato, adesso che ho perso tutto il rispetto per quello che hanno voluto che io fossi, adesso che i miei occhi guardano davanti, dritti oltre le imprecazioni di chi mi chiede di restar sui miei passi, adesso non ha più ragione, non ha più forza. Il paradiso sì, la colpa, la pesantezza, il dover fare...tutto sotto le mie ali, libero di cadere a terra. Zavorre da lasciare a chi ha più forza o stupidità di me di sopportare. Plano ancora, leggero.

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