
Le cause di raccolte di animali immaginari in appositi Bestiari, frutto della pura fantasia dell'uomo sono molteplici. Determinanti le minori conoscenze scientifiche e quindi l'attaccamento alle tradizioni locali e le leggende pervenute da lontano. Incrementarono inoltre la fantasia umana la condizione storica geografica e territoriale. All'epoca i paesi erano fortificati e isolati a causa delle numerosissime invasioni e collocati a ridosso di un bosco il quale garantiva un'ottima rifornitura di legname. Nasceva un legame di dipendenza con la foresta, ma anche una sorta di fascino e inquietudine dato che al tramontare del sole, il bosco, era profondamente sinistro data la sua macchia fitta e profondamente buia, e frequentato solo dai suoi inquilini selvaggi come lupi o altri animali. La suggestione del luogo portava la gente a tenersi lontana durante la notte, e i suoni degli animali venivano interpretati come demoniaci e sovrannaturali. Alcune importanti bestie mutuate dalla tradizione orientale o originatesi in seno alla nascente cultura cristiana europea erano e sono il Basilisco (la cui descrizione può variare sensibilmente da autore a autore) e l'Araba Fenice. Sul primo, essere terrificante e tremendo, si è scritto meno rispetto alla Fenice, proprio perchè quest'ultima è strettamente collegata al tema, caro al cristianesimo, della resurrezione.
Il Basilisco (dal greco Basiliskos, 'piccolo re') di cui si trova traccia persino nei Salmi biblici (Salmi 91,13), era generalmente raffigurato come un piccolo serpente (più tardiva la raffigurazione serpente-testa di gallo) dallo sguardo pietrificante e mortale. Taluni dichiarano che è mortale la stessa aria che lo circonda oltre che al suo tocco. Si credeva fosse generato da un uovo di gallo in particolari condizioni astrali e covato da rospi o serpenti anche per diversi anni. L'animale è simbolo di ciò che si evita, che si fugge perchè pericoloso e mortale per la coscienza. Il Basilisco, ritroso e vendicativo, talvolta rappresenta la colpa, il rimorso e l'inganno. Mortale per l'animale è il canto di una donnola.