...due sono state e sono tornate le terre, due furono e sono di nuovo gli antichi regni ed uno è rimasto, da sempre, il confine del presente...

lunedì 25 febbraio 2013

Il castello, il lago, il Leogrifo

C'è un Leogrifo a custodia del Castello; mi ha spaventato, interdetto; mi ha allontanato senza parlarmi. Ha paura. E' come spaventato dall'assenza che gli ruota attorno, dalla mancanza che subisce da troppo tempo. E' enorme, maestoso eppure fragile, profondamente inquieto. Mi rimanda ai boschi, le strade da percorrere sono lì. Il castello rimane immobile, adagiato sul lago pervaso da una nebbia d'incertezza, da un candore spettrale. Il Leogrifo lo sorveglia come di pietra, adagiato su un davanzale, pronto a precipitare su chi osi oltrepassare il ponte. Tutto è cominciato da qui,  dal lago, specchio dell'anima, dell'inconscio profondo, dimora del Basilisco, imperituro e tremendo. Tutto è cominciato da qui e tutto qui dovrà tornare, prima o poi. Dovrò proseguire per i Boschi d'Inverno, celebri, freddi, terribili anch'essi, che circondano il lago fino al mare del sud. Qualcuno secoli prima di me li ha percorsi in tutta la loro profondità, per conoscerne la natura, la durata, la fortezza. Percorse sono le strade che trovo, abbandonate da tempo, sprofondate nella stagione nevosa che da troppo tempo inonda queste terre. Proseguirò senza varcare il cerchio di lampade. Esiste un altro lago, a est, lo Specchio dei Fiori di Loto. Lì potrò riposare, potrò accettare il mio destino e rifletterci su. Lì potrò acuire la mia vista.

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