...due sono state e sono tornate le terre, due furono e sono di nuovo gli antichi regni ed uno è rimasto, da sempre, il confine del presente...

giovedì 28 gennaio 2010

Ricordi

Di tutto quello che è successo ricordo le emozioni, grandi intense emozioni. Non ci sono immagini nette, soltanto la stessa voglia incontenibile di vivere che espande in ogni direzione un'energia innaturale. Riesco con molta più facilità a compiere quello che un tempo credevo magie, giochi pirotecnici di uno stregone in erba. Se un tempo ho creduto di essere un giocoliere, un bagatto, che gioca col mondo e con la propria vita, adesso percepisco pericolosamente una capacità più potente, quella dell'Imperatore e del Carro collisi, fusi e uniti, quella del comando e della direzione. Adesso sento la possibilità di viaggiare e percorrere, la necessità di non rimanere introflesso, la possibilità di proiettare in un nuovo esterno quello che prima rimaneva in un falso interno. E il fiume scorre nel senso opposto e i boschi impaludati lasciano spazio a nuove foreste, a prati. L'Arkejon racconta la vicenda qualcosa che non muore mai, che non tramonta, che nasce con l'uomo, che si conserva che si tramanda e passa di bocca in bocca, di mente in mente, di pensiero in pensiero, che forma i pensieri, che li informa e li trasforma talvolta. Parla di qualcosa che non avrà fine se non con la fine dell'umanità...parla di qualcosa che striscia, si impolpa, penetra in ogni cosa, la ravviva e la costringe, la incanala e la deforma. Parla.

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