...due sono state e sono tornate le terre, due furono e sono di nuovo gli antichi regni ed uno è rimasto, da sempre, il confine del presente...

domenica 21 febbraio 2010

Ergon: la città senza potere

Nei palazzi sacri di Ergon, il Consiglio ha voluto ascoltare quello che io soltanto sono stato capace di leggere nell'Arkejon. Ha voluto capire quello che vedo della mia storia, ha voluto sentire le mie emozioni. Io stupito da tanta saggezza ho chiesto loro di raccontarmi la loro storia e quella di Ergon. Ogni re di un universo diverso si aggrega, come me, al Sacro Consiglio. Ogni re governa sulla sua terra ma ognuno è ospite nella città eterna di Ergon. Una terra intermedia fra le mie due terre, una terra senza potere, un'aura sacra, un tremendo segreto. Le mura di Ergon narrano di più; le mura spesse della storia spessa dell'uomo, non hanno voce umana ma parole divine, parole scritte nell'Arkejon che ognuno legge con i propri occhi, e con il proprio cuore. Ad Ergon si decide il presente, l'hic et nunc, il qui e adesso, l'oggi. Tutto il resto mi addentra nelle due terre, mi riporta a qualcosa che ho narrato loro e che non credevo di sapere così chiaramente raccontare.

Qualcuno ha costruito una diga a nord del Grande Fiume. Il lago che ha sommerso l'isola magica di F. ostacola il normale fluire del tempo e dello spazio nelle due terre. Dovrò andare, sono le mie terre, sono il re, il nuovo portatore del tremendo peso. Lo sono sempre stato, ma non sempre l'ho saputo alla coscienza. Ho parlato di me, ho riagganciato eventi passati, magiche manifestazioni di vita, stupori e visioni, storie e incantesimi. Ho parlato di un me dimenticato, chiuso in uno scrigno di giada, serrato da luccchetti d'ottone o dorati.
Loro hanno ascoltato e si sono meravigliati di tanta ricchezza. Si sono compiaciuti: le terre hanno trovato il loro re, neanche io l'avreri sperato, neanche io mi sarei riconosciuto. Mi fermo soltanto il tempo per riposare e rinforzare il mio orgoglio. Domani ripartirò e tenterò di capire che cosa è successo, che cosa ha spinto chi ad innalzare muri sull'acqua, ha sommergere la sacra isola. Avrei bisogno di M., e dispero di ritrovarlo, fuggo dal desiderio sconsolato di camminare con lui ancora fianco a fianco. Riposo, ad Ergon

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