...due sono state e sono tornate le terre, due furono e sono di nuovo gli antichi regni ed uno è rimasto, da sempre, il confine del presente...

domenica 28 febbraio 2010

Tre giorni a Tindòra


Ho riposato a Tindòra tre giorni, tre lunghi giorni per rintracciare il ricordo di Magèia nelle poche memorie che di quel lontano, lungo felice e strano periodo mi rimangono. Qualcuno mi ha aiutato a farlo, qualcuno che dista da me secoli di starde percorse, ma che inaspetttamente trovo vicinissimo. Ho rivisto le fontane, le piazze, numerose, i boschi floridi attorno alla città. Ho rivisto i Maghi, portatori di profondità e di inaspettate favole. Ho ripensato ai miti che sostenevano ogni storia, alle leggende che impregnavano del loro sapore tutte le cose. Io stesso ero uno di loro, piccolo ma pur sempre uno di loro, un giovane piccolo mago; ho creato qualcosa che continua a esistere soltanto perchè questo era quello di cui avevo bisogno. I sacerdoti infine hanno dissacrato ogni cosa, hanno corrotto il corruttibile, hanno allontanato dalla vista di tutti ogni cosa bella e magica. Lo hanno fatto perchè il mondo non è la magia che i maghi e i bambini credono, non è la speranza senza limiti che ripongono in ogni cosa, e non la terribile paura davanti ad ogni ignoto che incontrano. I sacerdoti mi hanno permesso di crescere e hanno concesso alla stirpe dei maghi di eclissarsi e di rifugiarsi in un dove imprecisato, lontano dalle loro regole. A Tindòra scopro che molto di quel mondo che credvo perduto vive ancora. Forse brace ardente sotto cenere spenta, forse una vena d'oro brillante in cave di ferro e piombo, forse niente di tutto questo. Eppure riesco a ritrovare molte di quelle magie, come il grande mago rifondatore, le ritrovò quando i sacerdoti si estinsero. Fu un'era di passaggio molto confusa, come tutte le ere di passaggio, e come tutte le ere in generale, che sono sempre di passaggio fra quella che precede e quella che segue. Ogni terra è una terra di mezzo tranne le due terre che tutto hanno tranne un 'mezzo'. Il 'mezzo' sfugge, lo si rincorre ma non lo si ferma mai, non lo si paralizza mai, non lo si fissa, proprio come il presente. E fra passato e futuro, a Tindòra, mi ricordo del mio passato, un lontanissimo passato e immagino un futuro per questo regno; come un mondo 'classico' rivissuto prima in un rinascimento e adesso in un neoclassicismo...che cosa sto dicendo?...ma sì: i sacerdoti sono stati come un medioevo, una fruttosa stagione oscura, un crogiuolo di forze...a Tindòra riprendo la faroza del mio passato, dell'era dei Grandi Maghi, dei Sacerdoti, del Mago rifonadtore e infine...

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