...due sono state e sono tornate le terre, due furono e sono di nuovo gli antichi regni ed uno è rimasto, da sempre, il confine del presente...

martedì 9 marzo 2010

Il lago Fato e le cinque statue

Per giorni i miei occhi hanno affondato il loro sguardo nel profondo lago Fato. Ghiacciato lungo la riva, mosso dai forti venti del nord nel centro, il lago Fato ad Ovest di Tindòra, mi ricorda la fuga da qualcosa che non volevo più, e mi ha ricordato comportamenti che fanno parte del mio destino, che torno a ripetere e che non vorrei compiere più, perchè spesso inutili e controproducenti. Il lago Fato mi ricorda il passato. Ci sono cinque statue lungo il lago a nord est. Cinque enormi statue che cantano al passare del vento. Sono come corde che vibrano, sono misteriore creature viventi ed immobili. Ricordano qualcosa di primordiale e fanno trasalire alle loro musiche. Cantano raramenmte tutte insieme, generalmente ad una ad una, in base alla direzione del vento. Ricordano la perfezione, la fortezza, la necessità di sbrigarsi, la voglia di piacere e l'esigenza di sforzarsi. E il lago fa perdere il i miei pensieri in quello che è stato, in quello che non ho potuto fermare. La battaglia che un tempo mi portò all'isola di F. non passò da qui, non lo toccò, e forse se M. avesse preso in considerazione questa strada, forse le cose sarebbero andate diversamente. Gli abitanti del luogo chiamano questa statue Fattori. Ogni uomo, a detta di loro, sentirebbe il canto di uno coprire quello degli altri, lo udirebbe più forte, più prepotente. Si racconta di altre dodici statue, più terribili forse, sull'altra sponda del lago. Non posso raggiungerla con la mia vista adesso, ma voglio andarci, voglio vedere e sentire con i miei occhi. Un anziano mi ha consigliato di prendere una barca, a remi, e di attraversare l'immenso specchio d'acqua. Ho paura all'idea, è oscuro, man mano che ci si addentra, buio come l'universo senza stelle. Mi ha raccontato di una strana costruzione al suo centro, l'Officina del Presente. Mi ha detto che attraccando all'Officina e rimamendo in silenzio si può capire molte cose di se stessi. Prima raggiungerò le altre dodici, le vedrò, poi deciderò.

2 commenti:

  1. Certo che puoi raggiungerla l'altra sponda, puoi vedere e sentire con il silenzioso sibilare delle anime neglete che per aver salva la propria anima squarcerebbero lo spesso velo che ti offusca lo sguardo così tanto umano, mio Re!
    Guarda con la Forza del Cuore impavido, e tutto ti verrà rivelato
    Maga

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  2. ...si, il mio sguardo umano spesso è offuscato..

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