Sì, i Boschi d'Inverno sono come mi era stato detto, enormi, potenti e immobili, da quando il Mago e il Re li hanno abbandonati. Eppure qualcosa ho potuto ascoltare, una voce, una sussurro, un pensiero. Emerge dal sottobosco la necessità di proseguire i miei passi, di percorrere sentieri che non ci sono ancora perchè solo io portò tracciarli. Mi sfugge il Basilisco che so esserci, so aggirarsi intorno a me. Mi cerca, mi vuole affrontare. Voci, pensieri, sussurri. Quello che sta succedendo è ciò che mi si addice. il Lago dei Fiori di Loto non è lontano.
mercoledì 27 febbraio 2013
....che mi si addice
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Simboli: il bosco, la foresta

Per gli iniziati la foresta diventa magicamente luogo di visioni (a partire dal viaggio dantesco nella selva oscura), giungla psicologica, misteriosa e impenetrabile, dove le cose appaiono e scompaiono improvvisamente, senza percorsi logici controllabili dalla coscienza.
Scappare nella foresta, fuggire è abbandonare la civiltà, le regole del comune vivere, entrare a contatto con lo spirito della natura, qualunque esso sia, con gli spiriti che in essa dimorano, e più in profondità dentro se stessi, col proprio inconscio, con la propria parte oscura.
Una radura nella foresta è simbolo della conquista dell'iniziazione spirituale
lunedì 25 febbraio 2013
Secondo Passaggio: le Porte dei Boschi d'Inverno
Si è reso necessario, si è reso l'unico passaggio, l'unica via. Le porte del grande bosco si aprono e mi lasciano entrare. Sarà il secondo passaggio, sarà un pensiero che scende in profondità. Sarà un inverno molto freddo.
Il castello, il lago, il Leogrifo
C'è un Leogrifo a custodia del Castello; mi ha spaventato, interdetto; mi ha allontanato senza parlarmi. Ha paura. E' come spaventato dall'assenza che gli ruota attorno, dalla mancanza che subisce da troppo tempo. E' enorme, maestoso eppure fragile, profondamente inquieto. Mi rimanda ai boschi, le strade da percorrere sono lì. Il castello rimane immobile, adagiato sul lago pervaso da una nebbia d'incertezza, da un candore spettrale. Il Leogrifo lo sorveglia come di pietra, adagiato su un davanzale, pronto a precipitare su chi osi oltrepassare il ponte. Tutto è cominciato da qui, dal lago, specchio dell'anima, dell'inconscio profondo, dimora del Basilisco, imperituro e tremendo. Tutto è cominciato da qui e tutto qui dovrà tornare, prima o poi. Dovrò proseguire per i Boschi d'Inverno, celebri, freddi, terribili anch'essi, che circondano il lago fino al mare del sud. Qualcuno secoli prima di me li ha percorsi in tutta la loro profondità, per conoscerne la natura, la durata, la fortezza. Percorse sono le strade che trovo, abbandonate da tempo, sprofondate nella stagione nevosa che da troppo tempo inonda queste terre. Proseguirò senza varcare il cerchio di lampade. Esiste un altro lago, a est, lo Specchio dei Fiori di Loto. Lì potrò riposare, potrò accettare il mio destino e rifletterci su. Lì potrò acuire la mia vista.
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domenica 24 febbraio 2013
Le lampade al castello sul lago
"Sarebbe bastata una lampada, una soltanto a rendere la notte meno oscura, ma ho deciso di accenderne 99.
99 lampade ad attorniare il castello.
99 lampade a recidere la notte.
99 lampade a colorare le fantasie che solo tu puoi immaginare.
Saranno un confine sacro, invalicabile, che trasformano in Sancta Sanctorum lo stesso castello, una camera sacra in un tempio più grande.
Saranno un confine proibito agli incapaci di andare oltre, ma non avranno mani armate.
Vedi, M., la forza non serve, non serve quasi mai. Gli sciocchi rimangono fuori perché loro lo scelgono."
Saranno un confine proibito agli incapaci di andare oltre, ma non avranno mani armate.
Vedi, M., la forza non serve, non serve quasi mai. Gli sciocchi rimangono fuori perché loro lo scelgono."
Il termine 'lampada' deriva da una radice greca che significa illuminare, risplendere, sfavillare, essere luminoso, brillante, raggiante. Richiama l'albeggiare di un'idea, della ragione stessa e della presenza del divino in un luogo. E' simbolo della continuità della vita sulla morte, e si mantiene accesa sulla tomba dei defunti; il suo risplendere è archetipo del momento della chiarezza, dell'illuminazione e della saggezza introspettiva.
Il simbolismo delle lampade accese (e che che non devono mai spegnersi) è in Matteo 25, 1-13, chiaramente spiegato come la necessità del non abbandonare la veglia. "Vegliate dunque, perchè non sapete né il giorno né l’ora".
sabato 23 febbraio 2013
Ritrovare...e cambiare: nuovi desideri
Ho ritrovato tutto. Foto, dialoghi, persino commenti, tutto. Sono stato previdente, troppo, nel conservare ogni cosa, e adesso devo fare i conti con quello che da tempo non mi ricordavo, quello che accantoni nei cassetti o nelle stanze chiuse a chiave della memoria solo perchè fa male averlo davanti agli occhi, nel salone d'ingresso. Prima o poi comunque bisogna farci i conti, bisogna affrontare quello che ci ha fatto male per scoprire ogni volta che adesso, dopo mille ere trascorse, non brucia più come prima, non lascia più cicatrici ma solo un pizzichio alle mani, quella irresistibile sensazione di impotenza, quella voglia disperata di fare qualcosa di diverso che allora non hai fatto. Rimorso, rimpianto. Bene, passato questo tutto torna come prima e la neve riempie ogni cosa e le porte sono aperte e le finestre spalancate a cambiare aria. Sì oggi è un giorno importante. Nulla si è mosso fuori apparentemente ma molto dentro è cambiato. Sono le dimensioni nascoste, quelle arrotolate, che muovono molte più cose, perchè sono 6 o 7, a differenze delle altre che sono 3 più una. Ritrovare, aprire cambiare e così scoprire nuovi desideri che nascono che si srotolano, che crescono. Mirabilia mundi.
A Persefone, la regina del passato
Tutto qui parla di lei, tutto, dentro e fuori i confini del Regno di Astralia e oltre. Il cuore pulsante è al castello, il castello del Mago, abbandonato sulle rive del lago, vuoto inutilizzato da secoli. Persefone ha avuto i suoi occhi e il suo cuore e la sua dipartita, magica, millenni fa, lo ha turbato e lo ha allontanato. E' stata la causa prima del gelo che oggi inonda ogni cosa, è stato il vero principio dell'inverno. Chi sia Persefone e dove essa sia adesso nessuno può saperlo. Lui aveva capito, l'aveva amata e cullata ma come una volpe selvatica, come una rosa con troppe spine, lei era rimasta nei boschi, lontana, irraggiungibile, eterea e presente. Ogni cosa aveva riempito per lei, di luce, di primavera, di fiori e parole inebrianti. La sua dipartita, la sua scomparsa e le guerre che devastarono il regno segnarono il futuro della loro relazione, e oggi in pochi lo ricordano, in pochi sanno definire che cosa sia successo. Spero si siano ritrovati, si siamo amati. Forse viveva ad Astralia, forse era qui la sua dimora e il sue essere scomparsa ha portato via con sè ogini abitante; forse come un'ape regina ha condotto fuori dalle terre del Grande Mago tutti per porli in salvo dalla bufera entrante. Forse. Adesso di quelle antiche battaglie e di quell'arcano misterico amore, rimangono poche cose, pochi ricordi, poche parole.

DIALOGHI PERSI NEL TEMPO
"Mi chiami con l’altra faccia della luna.. da sempre.. e per questo un sorriso.. Con tutta evidenza, certi tabernacoli si aprono solo per pochi.. E non ho mai smesso di accogliere la responsabilità di guardare a questi luoghi, anche quando da me non giunge suono alcuno.. Quando taccio è perché ascolto e, imparo.. Ma se puoi lascia che mi mostri così, naturalmente, senza nessuno che possa cercarmi.. continua a darmi la calda ed aperta accoglienza che ho respirato nelle tue terre.. Ti chiedo.. Risplendente! “oscura l’essenza delle cose” ..già.. ed è ciò che ci riempie di meraviglia.. perchè ci è permesso soltanto l’inesprimibile. Al patto di non interpretarlo ma suggerlo.. Anche nel mio mondo è successo qualcosa, un germe che sta per crescere.. una traccia lasciatami, un’impronta.. un dolore sottile e continuo.. e mi rendo conto che quando si cavalca un cambiamento..beh.. ci sarebbe da perdersi, in quei disegni mostrati dalla sabbia.. Dovremmo provarne paura? Dovremmo quindi guardarci da un’arte sbalorditiva? Dall'arte che celebra i tranquilli alfabeti dell'essenza/assenza? A volte lo si vorrebbe.. forse.. Ma c’è così tanto Amore in ogni alchimia.. in ogni passaggio.. in ogni trasformazione.. c’è così tanta Vita anche in ciascuna morte! Respira .. respira.. che il nostro respiro scuote sonagli invisibili e purifica.. So che presto vedremo, che tutte le frammentazioni che sembrano orlate di vetro rotto sono solo le ombreggiature di un elegante affresco.. ma ancora forse, semplicemente, non è il tempo.. Anche fra mossa e mossa, occorre mettere in opera l'arte della pazienza. Per costruire. Forse si deve.. Un saluto, da qua
Fermo Viaggiatore verso il confine! fermo ti prego, la dama della luna ha rivelato le sue volontà....non sarà cercata, non adesso, non per il momento...il cambiamento coinvolge la sua vita, come tutte le nostre...proteggila piuttosto, preserva la sua integrità, pur non sapendo dove si trovi e dove dimori...è in queste terre, e le terre la accolgono come regina...se percepisci i suoi passi non cercare di guardarla, di vederla, di ascoltarla...cambia strada. Fermo, Viaggiatore, fermo...torna a cercare il confine, Persefone rimane il lato oscuro della luna...per adesso
Non so come..o forse si..re di queste terre, mi sei giunto in sogno..
Senza volto, senza nome, senza nessun contatto..sono stati celebrati riti alla luna..
Senza volto, senza nome, senza nessun contatto..sono stati celebrati riti alla luna..

Ti lascerò misterica e silente fin quando vorrai, Persefone, scusa la mia arroganza, la mia brama, era soltanto desiderio di arricchire la luce che si è fatta flebile in questi tempi oscuri. Ho liberato il viaggiatore perchè ti cercasse ma adesso, pentito lo fermo, lo incateno; non dovrà disturbare il tuo regno che vive una stagione di cambiamento, che necessita di silenzio, scusami...respirerò come mi ha detto, guarderò ma rimani, ti prego, resta in queste terre...riposa, cammina, e rimani...non cesserò di avere pazienza...
E così hai deciso di fare la muta..nuovamente.. Hai molto coraggio. Saggio è accostarsi al passaggio con lentezza, con una rosa e un pugnale dietro la schiena. Accarezzo i tuoi dipinti e sorrido al bocciuolo nuovo e freschissimo: uno spiraglio.. e mi piace osservarti..
I tuoi luoghi mi sono sempre accoglienti, quasi familiari. "Avremo una nuova esistenza.Presto (presto)" .. E ancora.. Se il velo non è pesante il nome è responsabilità..e tutto è così poli-verso-senso-morfo....kora,persefone, demetra, ecate.. custodire il segreto..onorare il segreto.. e nel segreto assaporare piano un senso di libertà..un senso ke lascia aperti al desiderio..Il ri-velato è ancora più prezioso del manifesto..grazie.. Cambino i pianeti e volteggino le stelle a protezione dei sentieri ke sono nati per te. Un sorriso
I tuoi luoghi mi sono sempre accoglienti, quasi familiari. "Avremo una nuova esistenza.Presto (presto)" .. E ancora.. Se il velo non è pesante il nome è responsabilità..e tutto è così poli-verso-senso-morfo....kora,persefone, demetra, ecate.. custodire il segreto..onorare il segreto.. e nel segreto assaporare piano un senso di libertà..un senso ke lascia aperti al desiderio..Il ri-velato è ancora più prezioso del manifesto..grazie.. Cambino i pianeti e volteggino le stelle a protezione dei sentieri ke sono nati per te. Un sorriso

Le tue parole hanno una profondità che raramente ho incontrato...mi sembra quasi di conoscerti..."chi sei?" mi chiedo con insistenza? chi ti ha dato le facoltà di arrivare così in profondità, così nel vivo della mia condizione? non mi dispiace ma adesso la mia anima sente la necessità di conoscerti. "Chi sei?" mi chiedo con insistenza..."chi sei?" Non è semplice catturare la mia attenzione, non è facile incantarmi...Resta il tempo che vuoi, raccontati e raccontami, mi piace ascoltarti, mi piace interrogarmi su di te, mi piace tacere per riflettere sui tuoi significati. Ciao Passeggia Persefone, queste terre ti appartengono per vocazione, sono tue perchè te ne dono parte e perchè loro per prime bramano di averti come regina. Passeggia e racconta la tua vita, la tua storia i tuoi pensieri e le sensazioni, delle quali, più di tutto, sono curioso. Passeggia sotto il sole senza sera di questi luoghi, sotto la luce che non teme ombre, sotto le nubi che non riservano tempeste. Passeggia fino al faro; [...] Passeggia, tutto sta cambiando, si muove anche in impercettibili movimenti; tutto ci circonda e ci comprende e nel tutto, altri ci hanno trovato e ci hanno incontrato. Passeggia, mi rasserena sapere della tua presenza. Accetto l'enigma di parole delle quali davvero, fino in fondo, non ho la presunzione di comprendere il significato. Accetto il tuo mistero, accolgo il tuo respiro anche se il volto rimane velato; in fondo queste terre velano molte più cose di quante ne possiamo immaginare.
A presto.
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venerdì 22 febbraio 2013
Simboli: il nome. "Nomina sunt consequentia rerum" (Giustiniano, Libro II, 7,3)
Gli antichi saggi che possedevano la conoscenza della lingua quadratica dalle 22 lettere, componevano i nomi in modo che corrispondessero a una combinazione determinata di forze atte a crearne la manifestazione. Platone dice che "chiunque sa il nome, sa anche le cose". I nomi rivelano, in questa visione perduta, l'essenza delle cose cui si riferiscono, le cose in sé stesse. I nomi, consequentia delle cose, nel significato di 'richiamano quello che invocano', richiamano la loro essenza. "Invocare il nome di", è richiamare l'essenza di qualcuno, la presenza in atto, la natura, "lo spirito di" (in particolare di dio nelle religioni ebraica prima e cristiana poi). I nomi conseguono le cose e sono legati ad esse in successione. L'anteposizione ne determina un cambio di sostanza. Gli egiziani credevano nel potere creativo e costringente del nome, un potere dunque magico. Nominare qualcosa, assegnare il nome, è determinarne la natura e l'essenza. Rinominare qualcosa è cambiarne la natura stessa. Chi entra in un ordine che sia religioso, massonico o altro, sceglie un nuovo nome, o meglio vede su di lui imposto un nuovo nome in base alla sua nuova strada/natura. Il nome ha dunque un potere legato alle cose che invoca, e ad esse si lega come un lato di una stessa medaglia. Rinominarsi spesso è cambiare vita ed è la derivazione di un cambiamento che è già in atto o è addirittura già avvenuto.
La Torre del Viaggiatore
C'è una torre nel cuore delle Terre di Astralia, una strana costruzione. E' fatta per il Viaggiatore, appartiene alla prima era e si conserva intattain questo luogo deserto. Mirabilia Mundi.
"Grazie Viaggiatore per aver custodito P. durante la mia assenza. Meriti un luogo dove dimorare, meriti un punto di riferimento che sia fra terra e cielo, che sia mutevole e volatile, come il mercurio. Ho innalzato per te, su una altura nei boschi, una Torre dei Venti, come quella che ad Atene, 2000 anni orsono, indicava tramite il tritone posto sulla sua sommità, la direzione ed il nome del vento. Dimora in essa e sorveglia la clessidra al suo interno, ti darà il senso del tempo così assente in questi luoghi. Da lì potrai spostarti in tutte le terre del Regno e da lì potrai tenere d'occhio il faro, fintanto che M. non riacquisti la sua posizione, se mai succederà. E' ubicata in alto, libera da tutti gli otto lati, perchè otto sono i vento degli antichi (Boreas, Kaikias, Apeliotes, Euros, Notos, Lips, Zephyros e Skirom), perchè otto è la transizione tra il cerchio, l'uno senza fine, ed il quadrato, terreo e ctonio, della materia. Otto gli angoli dei due quadrati intrecciati e sovrapposti, e otto è dunque l'anello di congiunzione; tu lo sarai per queste terre. Anche il faro porta questa stessa natura, anche M."
E' lui, sono sicuro, sno parole sue. La clessidra è ferma, vuota sulla parte superiore, enorme e imponente, fredda e impotente. Il Viaggiatore è scomparso e il tempo ha cessato il suo corso.
giovedì 21 febbraio 2013
La verità
E' difficile la verità, è a tratti sfuggente e assolutamente mutevole. E' pallida, troppo fredda per essere pienamente accettata e variegata nei tempi e nelle forme. Audace e coraggioso chi si professa pronto ad accettarla sempre e in ogni dove, per forza e in qualunque occasione. Perchè la verità è di ognuno, e ognuno ha la propria. Serve una grande capacità di accoglienza, accettazione e comprensione per trattare quella altrui come la propria. Difficile la verità, la propria e quella altrui, da capire, accettare, sondare.
Simboli: la neve

mercoledì 20 febbraio 2013
Oltreconfine
Le terre di Astralia sono poco a nord, fuori da quelle del regno del grande Re e lontane galassie dal castello del Mago. Eppure le streghe che hanno acquietato i dissidi, che hanno sconfitto le lotte, che hanno mantenute accese le 99 lampade anche dopo l'inondazione del Grande Fiume, devono essere passate da qua, almeno devono essersi riposate fra queste antiche mura. La neve cessa di battere, finisce la sua corsa e si immobilizza. Fenice prese questa strada quando abbandonò, mille anni orsono, minacciata da invisibili nemici, le terre del Mago. Oltre sono solo i Rifugi Oscuri . M. sarà passato di là, dopo di lei, molto dopo e dopo ancora l'Apprendista ferito a morte, e prima di tutti il Viaggiatore. Sono storie antiche che riemergono dalle polveri di Astralia, dalle rovine di ciò che non voglio dimenticare ma riportare alla mente. Sono leggende, sono destini incrociati, della prima era. La Principessa Bianca colmò l'aria di luce, quella Nera la rafferddò calmando i venti ; per il Re fu semplice inondare tutto di neve. Neve, perchè niente si scaldi, neve perchè le orme rimangano quel poco che basta, neve per arrivare fino ad Astralia. Ritorneranno tutti.
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martedì 19 febbraio 2013
Astralia: la terza era
Ci sono Regni antichi, senza presente, dove parte del passato è rimasto soltanto nelle memorie di qualcuno, e molto è andato perso, dimenticato. Astralia ha vissuto due ere fa, quando il Mago dominava queste terre, le stesse che con gioia e dolore aveva creato. Poi venne quella del grande e potente Re, erede e degno successore; infine tutto si è trasmutato di nuovo, lasciando che le rovine sostituissero lo splendore. transito per queste terre, per questa città che ancora mostra la sua bellezza e mi chiedo dove fossi finito, dove siano finiti tutti, dove siano volati i Leogrifi, I grifoni, le bestie sacre del tempio e chi abbia più cacciato il Basilisco, la bestia tanto temuta. Adesso ricordo che la bellezza di Flauris era polvere a cospetto di Astralia, rimasta per lungo tempo ai confini dell'Impero Maggiore. Sono giorni strani questi, ci sono emozioni nell'aria che percepisco chiaramente e distintamente. Ci sono presenze oscure e leggere che mi osservano. Transiterò oltre il porssimo passaggio, quando avrò saputo quale sia.
Primo Passaggio: le Porte di Astralia
Il tempo è arrivato. Qualcosa mi ha sospinto fino a qui, attrverso i boschi di pietra, oltre il bianco e il nero e le fantastiche galassie disseminate in ogni dove. Ogni passaggio è un ritorno a qualcosa che ci è appartenuto. Ogni passaggio è un abbandono di cose che adesso non ci appartengono più. Ogni passaggio è una doppia direzione, dove l'andare e il procedere non sono mai una sola unica strada. Le antiche porte di Astralia segnano l'ingresso, segnano il vero inizio, segnano il non ritorno. Il bianco e il nero hanno cancellato i confini, hanno tracciato orizzonti nuovi e ora tutto si muove in cerca del Mago. Ci saranno altri passaggi.
lunedì 18 febbraio 2013
Che giorno era domani?
Oltre i Boschi Ottenebrati, se non si ha la forza di rimanere sul sentiero seguono i grandi alberi di pietra che distolgono l'attenzione dalla propria meta e dalla propria strada. E' stato un abitante di quei luoghi, forse un fauno, a mostrarmi i segreti della neve. Non penetra in questi luoghi, perchè il bianco più bianco e il nero più nero hanno infinite sfumature che non sono grigio ma sono la compresenza di entrambi, il tertium datur. Non c'è difficoltà nel coglierli entrambi, non per lui, non per me adesso, non per noi. Non c'è difficoltà nell'accettare le dissimmetrie, le dissonanze temporali, le difficoltà spaziali. Non c'è apparente semplicità ma neanche organica difficoltà. Non esiste nulla di inaccettabile, solo la mente di ognuno che filtra ciò che si può e ciò che non si può. La neve si è calmata ma è pronta la bufera, ancora una volta, ancora una volta. La neve sembra riposarsi e non penetrare questi luoghi ed io, non lo posso negare, sto cercando il mago. Non so se sperare di trovarlo. Ho dimenticato il giorno che mi attende in una lunga snervante attesa. Che giorno era domani?
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giovedì 14 febbraio 2013
Ricordi: il faro
...e infine ho dovuto farlo, ho dovuto tornare e cercare quello che solo in parte avevo dimenticato. Quante cose sono accadute, quante anime hanno transitato da luoghi che adesso soltanto rimangono nelle nostre menti...può rimanere tutto come un ricordo? può non esistere più nulla di quello che ci ha preso, che ci ha turbato, fatto arrabbiare e gioire...ho ritrovato il suo nome e mi sono impaurito. Nomina sunt consequentia rerum, l'avevo davvero dimenticato....ho dovuto rileggere, riunire le carte, radunarle e farne una raccolta. Presto ne farò qualcosa o lo porterò al faro. Sì, credo che sia arrivato il momento di ritrovarlo, per il mio bene, per la mia memoria.
Chiavi
Esistono chiavi che sono state importanti e che adesso non hanno più utilità. Arrugginite, spezzate nelle loro serrature, oppure semplicemente rimaste senza, abbandonate. Esistono chiavi importanti, chiavi di poco conto, chiavi che non si usano più, consumate, antiche, solide, leggere. Chiavi che aprono grandi palazzi, piccole stanze, cassette postali, scrigni, carillon. Chiavi che legano, che allontanano, che chiudono e che aprono. Esistono infine chiavi rare, che durano per tutta la vita. Grazie.
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giovedì 7 febbraio 2013
Instabili
Ho pensato al quattro a causa della stabilità. Sono quattro gli angoli del mondo eppure riesco a non vederli o a perderli di vista. E perdo la stabilità precaria a vantaggio di una discontinua e intermittente forza centrifuga. Il centro perde di attrazione gravitazionale e lo spazio curvo si stira fino a rompersi. Si stende e si rilassa e mi annienta. Correre non serve, il bianconiglio si è già rintanato e seguirlo vorrebbe dire cadere ancora nella sua tana, nella sua misera, lurida tana. Voglio rimanere a veder sparire i cardini, i venti, gli orizzonti e cercare di percepire le galassie che si spostano a velocità crescenti. Dove si genera lo spazio e il tempo, dove il confine dell'universo tutto si sposta e avanza, lì è la mia mente, la mia attenzione, la mia concentrazione. Lì.
mercoledì 6 febbraio 2013
Simboli: il quattro (Stabili)
..... i punti cardinali, gli angoli della terra, i venti del paradiso, i fiumi dell’Eden e quelli infernali, le qualità degli antichi (caldo, secco, umido, freddo), i temperamenti (sanguigno, flemmatico, collerico, melanconico), gli elementi di Empedocle (terra, aria, fuoco, acqua), gli ingredienti alchemici (sale, zolfo, mercurio, azoto), le stagioni, le figure geometriche di base (cerchio, linea, quadrato, triangolo), le fasi lunari, le lettere dell’alfabeto ebraico che compongono il nome di Colui che non si invoca (Yod, He, Vau, He), le operazioni dell’aritmetica, le virtù cardinali (giustizia, prudenza, temperanza, forza), le forze fondamentali della fisica, le età dell'uomo....quattro.
domenica 20 gennaio 2013
Veloce
Era inevitabile che tornasse la neve a congelare le mie mani. Inevitabile. Stavolta però vorrei affrontarla con microscopica attenzione, sondando fino a dove è sondabile la natura delle cose; cercando di non oltrepassare lunghezze invalicabili, come quella di Plank. Vorrei assaggiare il significato di universi paralleli perchè ho scoperto la possibilità dell'esistenza di tunnel spaziotemporali che potrebbero collegarmi ad essi. Vorrei viaggiare veloce quanto una percentuale adeguatamente alta a quella della luce, perchè il mio tempo si relativizzi a tal punto da non essere più compreso. Vorrei capire quello che mi sfugge di altri mondi, semplicemente perchè sottovaluto la possibilità che le leggi di natura lì siano diverse. Bastano piccole lunghezze, piccole variazioni sulle misure, sulle masse delle particelle fondamentali e tutto muta di forma, muta nella sostanza intrinseca e profonda. Veloce quasi quanto la luce.
venerdì 18 gennaio 2013
Il punto preciso
E' inutile cercare il punto preciso dove sarebbe avvenuto il big bang semplicemente perchè nel momento in cui è accaduto non esisteva nessun momento e nessun punto...nessuno spaziotempo e tutto era il suo puntotempo.
giovedì 17 gennaio 2013
Universo monoverso
Se la teoria delle stringhe supporta senza la possibilità di catastrofi, strappi nella trama spaziotemporale, perchè io non riesco a sopportare quelli nella mia?! Esistono tunnel temporali che conducono fuori dalle normali eclittiche...orbite non più orbite a velocità accelerate. Eppure poi tutto torna stazionario, nel planetario apparentement immobile dell'unico universo che riesco a completare mentalmente. Troppo difficile da dire, troppo facile da accettare.
giovedì 15 novembre 2012
Antiparticelle
...si annichilano con i loro opposti, le particelle elementari...ho pensato ad un me fatto di antiparticelle, un anti-me...non tanto per annientarmici, quanto per misurarmi con tutto quello che non sono, quello che è 'anti' me, e capire davvero che cosa dovrei fare in certe situazioni....che assurdità (direbbe Alice nel Paese delle Meraviglie)..che assurdità.
venerdì 9 novembre 2012
Il Basilisco
Mi ha fatto paura misurarmi con l'isolamento, specie se dietro possono celarsi, nascoste e furtive, dinamiche inconscie e sfuggenti, il Basilisco di cui riesco a vedere la coda ma di cui non colgo il volto. Fortuna, penso, ne rimarrei pietrificato. Isolamento. Ho avuto paura e sono fuggito in queste terre perchè nascono proprio da quello, perchè si accrescono dei soli pensieri che solo creo e distruggo. Isolamento, e mi sono confrontato con la morte che in genere mi ravviva. Eppure il Basilisco stavolta sembra più potente. L'avevo dimenticato; a tratti avevo pure pensato di poterlo aver ucciso, pensiero magico, scaramantico, esorcizzante. Mi fa paura, mi terrorizza, mi inquieta eppure talvolta indispensabile. Fa parte di qualcosa che non identifico, che non ho davvero compreso e che davvero non voglio cogliere. Fa parte di un mondo che si crea spontaneo, che ha generato il mago, l'alchimista, i fantastici universi sospesi, le cascate d'acqua e i boschi. Fa parte di qualcosa che troppo spesso è più reale del quotidiano scorrere degli eventi. Tutto ha avuto origine con la neve e con la neve ha preso colore, seppure bianco, bianco, bianco. E sono emerse le melodie, le sinfonie inquietanti, Sirene nella notte. Non mi sono mai legato ad un palo maestro, non ce n'è stato bisogno; sono al contempo il viaggio e il viaggiatore, il creato e il creatore e nulla mi scalfisce tutto questo. Ecco perchè, ecco perchè le parole insistono; perchè nulla le uccide e la morte perde, almeno stavolta, la sua immensa battaglia. Ecco perchè, perchè il basilisco può essere come quasi un amico e non sempre combattuto. Sono lacrime le mie, sono il dolore di non riuscire, la sofferenza del non andare ma del rimanere, dove voler partire diventa l'unica necessità. L'unica. Sono parole dolorose, pesanti come la troppa neve caduta in questi giorni. Non uscirà nessun sole, nessuna pioggia, nessuno a calpestare e ritracciare sentieri smarriti. Persuaso che nulla cambi davvero rimango immobile e la neve m'inneva e la neve mi respira come io la creo come lei si crea, spontanea e libera, più di me, più di me.
mercoledì 7 novembre 2012
Un vuoto pieno
Non è vuoto, la sostanza è questa. Eppure non perde di senso definirlo tale, non perde la sua importanza. Mi chiedo quando qualcosa non abbia più ragione di essere. La risposta migliore forse che io posso trovare risiede nella necessità che abbiamo di definire e chiamare in causa qualcosa anche se questo non è più tale. Il vuoto quantico si riempie di particelle e antiparticelle, continuamente; eppure rimane vuoto.
martedì 30 ottobre 2012
Le tre vie
Ho pensato che per cominciare potrei intraprendere un'altra via, abbandonando questa. Aprire una nuova porta e procedere su quella. se il pensiero mi infanga i piedi e i pensieri stessi, forse il fare mi aiuterà a non provare emozioni contrastanti. Chiuso il cerchio. Ho deciso che scriverò, ancora e nuovamente magari ripartendo da quello che è stato per reinterpretarlo nella nuova maniera. Ho deciso che era il caso di deciedre dato che il pensiero non conduce spesso a nessuna conclusione accettabile e neanche l'emozione, che appare altresì distruttiva e fuorviante. Pensare, provare e fare.
venerdì 26 ottobre 2012
Ogni volta
Tutto riprende la stessa direzione, e si incanala in buchi temporali, cuniculi nello spazioe e nei ricordi. Solo un pazzo potrebbe assistere a tanto, solo un folle, un santo, un artista potrebbe desiderarne il suo sviluppo. Niente di quello che è stato è andato davvero dimenticato fino a quando le dimensioni spaziali continueranno a sovrapporsi e scandagliarsi; a cercare strade comuni, contatti sinaptici, interconessioni eteree ma efficaci. Tutto riprende la stessa direzione e una serrata rassegna di luoghi prende forma e si dispiega in uno spazio generato da galassie in eterna espansione. Il castello sul lago, i boschi oltre la pianura, la digha, l'isola, le città fondate e distrutte, il tempio antico, la città galleggiante. Tutto ritorna prepotente a ricordarmi che siamo anche quello che abbiamo pensato, e rifiutato, credendo di vederlo scomparire. Siamo quello che abbiamo voluto e poi lasciato a terra, sepolto da ceneri incandescenti; siamo quello che abbiamo desiderato e cambiato, siamo quello che non sapevamo di essere e nello scoprirlo l'abbiamo fatto nostro. E i cieli nevicano di nuovo e il tempo si confonde nelle sue due dimensioni adottando quell'equivalenza impensabile, quella simmetria necessaria per far riaffiorare e far rinascere. La primavera d'inverno, il maggio sotto la neve si forma, si crea e cresce, ogni volta.
lunedì 22 ottobre 2012
Dalla neve
Tutto ha avuto origine dalla neve. Tutto si è dipanato, è scorso, fino ad inondare ogni cosa. Tutto è stato trasformato. Nessuno l'avrebbe intuito prima del tempo, prima che ogni cosa fosse compiuta, nessuno l'avrebbe avvertito nel gelido inverno che è riuscito a far scomparire anche i più bei rami. Nelle voci lontane tornano i ricordi, tornano le voci assillanti, le leggende di qualcosa che è stato e che adesso rimane sepolto, incantato, cristallo. Ricordo di aver viaggiato in un dove senza oltre dimensioni, senza strade percorribili ma sentieri nascosti e veloci. Ricordo qualcosa che avrei voluto lasciare sotto la neve. Tutto ha avuto origine con la neve e adesso tutto rimane bianco, bianco, bianco.
venerdì 19 ottobre 2012
Proprio per te
...è difficile che conduca qualcuno nelle nevi nebbiose di questi spazi virtuali. E' difficile che lasci che un sorriso come il tuo si affacci a queste terre sommerse; eppure è stato prorpio il sorriso, sì il sorriso...le musiche sono leggere e eteree, le parole veloci e fluide. C'è malinconia, il cuore degli uomini ne è pervaso ed è sciocco chi non ne avverte la presenza. C'è gioia, il cuore degli uomini ne può essere sopraffatto, anche se a tratti si presenta ghiacciata, gelida oppure soltanto fresca. E fresca è la neve che m'inneva, fresca e rilassante, fresca e alterca, ruvida e ritrosa, come me. E' difficile che conduca sorrisi nelle terre innevate, è difficile che lo spaziotempo si fletta e s'incurvi a generare depressioni, passaggi semplici. Non ci sono linearità nello spazio cosmico e non ci sono qui ma solo nel mondo che ordinariamente conosciamo, solo nella microscopica realtà fisica, piccola nei tornanti delle galassie che ci circondano, piccola e che ogni giorno conosciamo e sperimentiamo. E tutto si piega alla volontà e alla neve.
mercoledì 17 ottobre 2012
lo spaziotempo necessario
Nevoso, ebbene sì. In fase di transizione pure, anche se tutte le fasi lo sono perchè ci transitano dalla precedente alla successiva. Terre di mezzo direbbe Sauron, traiettorie dico io. E ce ne sono di impercorribili, non lo nego, strade che ad ogni costo voglio calpestare e poi mi riempio i piedi di fango appiccicoso e faccio una fatica terribile a liberarmene. Mi libero dalle mie intemperanze e sempre me le ritrovo appiccicate come stelline di carta, come i trucioli di polistirolo che riempiono alcuni regali di natale. Fatica, è il termine più corretto, fatica e apprensione perchè le cose che vorrei fare le accetto in un tempo incongruo, un tempo veloce, più veloce del tempo necessario; perchè premo perchè tutto scorra innaturalmente oltre ogni previsione possibile e la tela s'increspa al posto di distendersi, di scivolare setosa; si irrigidisce, si piega e s'incurva, come lo spaziotempo einsteniano. Lo spaziotempo; già se almeno ne capissi qualcosa di più di quello che credo di non capire, sarei un po' più felice, ma si tratta sempre della stessa cosa: correre più veloce del tempo, più veloce del tempo necessario a percorre l'universo delle cose conosciute... cose che per ora rimangono sconosciute.
mercoledì 10 ottobre 2012
Lunghezze impossibili
Stavo ancora pensando alla lunghezza di Plank, mi scomoda il 10 alla meno 32, m'inquieta, mi affascina, mi distende e mi fa scomparire. Tutto scompare, tutto implode in lunghezze impossibili, inifinitesimali e impercorreibili. Come può una lunghezza non essere percorsa? Come può essere qualcosa così al limite da essere l'ultima misura degna di essere chiamata tale? M'inquieta mi affascina, mi strugge in questo caldissimo ottobre.
sabato 6 ottobre 2012
Universalia
Ci sono galassie lontane, separate da immensità vuote. Ci sono galassie rotanti, ad anello, a spirale e di altre immaginifiche forme; e difficilmente collidono e altrettanto difficilmente si avvicinano per non collassare ma restare in eterno equilibrio. Ci sono spazi che si annullano in istanti di solidarietà, di amicizia che si dispiegano forse da dimensioni ulteriori, perchè le tre visibili non bastano a spiegarlo. Ci sono confidenze che nascono nell'attimo in cui la luce le percorre, le attraversa e tutto appare più lucido e più veloce. Ci sono misteriche emozioni che non riesci ad esprimere se non in condizioni di singolarità imminente. Sono felice di averti conosciuto, felice e rincuorato dalla comprensione spontanea che provi e senti. Felice e rallegrato, perchè si rallegra il cuore di chi si sente accolto. Felice e assente dalle mie solite stesse preoccupazioni. Le sofferenze passate racchiudono i legami del futuro.
lunedì 1 ottobre 2012
Densità e vuoto
La densità media dell'universo è inferiore a 1 atomo ogni metro cubo...un vuoto cosmico di dimensioni inimmaginabili. Credo che quello che avvertiamo a volte dentro ognuno di noi derivi da questo più grande, immenso, incolmabile, imprescindibile. Inoltre se la materia è ammassata in galassie e stelle ne deriva che immensi volumi di spazio sono assolutamente vuoti....
martedì 25 settembre 2012
Sapienza e intelletto
...avrei voglia di scrivere qualcosa con un pò di senso, perchè tutto pare averlo e in tutto tentiamo di trovarloa. Ci tradiscono le nostre emozioni rivelando spesso la mancanza di un profondo significato a quello che facciamo, che ripetiamo a volte fino alla noia, allo spasmo. E' difficile giustificare molte cose, e il rischio è rendere tutto vano, impercettibile all'intelletto che tanta parte a speso delle sue forze per costruirlo. Le due grandi ramificazioni dell'albero che dalla cima scende fino a terra mi hanno sempre fatto dannare, mi hanno sempre confuso, mi hanno sempre impressionato. Corona, sapienza e intelletto, una follia che solo l'uomo può capire, senza alcun senso.
giovedì 20 settembre 2012
Costante
G, la costante di gravitazione universale, è indipendente da qualunque proprietà fisica dei corpi che interagiscono, diversamente dalla volontà, o dal desiderio, che non sono costanti ma variano in base all'umore. Potremmo dire che la costante alla base dell'umore è la forza di vita, una sorta di attaccamento dell'essere sensiente allo stato d'essere, una tenacia indissolubile che si scioglie solo in circostanze eccezionali e con una forte dose di raziocinio tramutatosi in follia. Perchè la razionalità estrema chiude il cerchio e diventa...ma se esiste un'eccezione è sempre una costante? credo di sì...
martedì 18 settembre 2012
Singolare e gruppale
Mi fa bene lavorare in gruppo, esplorare l'efficacia della mia gioia negli altri, delle mie parole nei loro pensieri, della mia anima sulle loro espressioni. Mi libero e mi apro scoprendo che la paura di non essere accolti è una spirale centripeta e gravitazionalmente instabile, una forza distruttiva facilmente contrastabile che più mi fa paura. Scopro che esistono universi connessi da sinapsi lunghissime e brevissime, da elettroni che viaggiano oltre la luce e oltre ogni nostra immaginazione. Scopro me stesso aspettandomi di vedere gli altri. Mirabilia mundi.
mercoledì 12 settembre 2012
Deus, dei, deo..
Persino la declinazione è irregolare. Che fatica, le mie ansie si attaccano ossessive a passati lontani ere e decenni, a scivolose preoccupazioni, a insondati pensieri neri, come il nero più nero del nero (nigrum nigri nigro) e riscivolo nell'eresia più esecrabile. Sono condannato alle fiamme dell'inferno, ma per una beffa del destino, non credendoci e rispettando il credo di ognuno, il fuoco si spegne e l'afa svanisce e rimane nelle sole fantasie di qualcun'altro. Lo lascio a chi ci crede e che senz'altro avrà le sue colpe mortali e insanabili da scontare. Ne ho anch'io ma basta il tempo per assolverle. Povero me, poveri gli altri, poveri tutti. Persino l'inferno è irregolare se esiste solo per chi ci crede.
martedì 11 settembre 2012
Horror Vacui - Horror Pleni
Perchè la natura non dovrebbe avere anche paura del pieno? Io in parte ne ho...temo l'assenza ma anche l'eccessiva presenza. Sarà un difetto psicologico o una congiuntura astrale poco favorevole, come recitava il mio oroscopo di questa settimana, ma sta di fatto che troppe cose, tutte insieme, corredate da relazioni asfissianti e pretenziose, mi esasperano. D'altro canto ho lamentato in passato il vuoto di tutto questo, che adesso davvero faccio fatica a trovare un equilibrio. com'era? in media stat...non ricordo comunque la virtù sta al centro, ma io non ho mai votato centro neanche quando era davvero il caso di farlo. no, non ci sto al centro, voglio fare il pendolo e oscillare...vacui, pleni, vacui, pleni...
mercoledì 5 settembre 2012
Bianco, nero e colorato
Ero stanco del bianco, tutto qua. Eppure cambiare non è certo cercare il nero...no la bipolarità l'ho abbandonata tempo fa a vantaggio di altro. I colri facevano al caso mio e le pareti di casa sono cambiate. Fa molto arredo.
lunedì 3 settembre 2012
Non tutti i numeri primi sono dispari
Cosa ho imparato? Che l'immediatezza dei processi e dei percorsi mentali spesso inganna e una banalità come questa ha la sua contraddizione. Anche oggi ho avuto la conferma che quello che credevo assoluto ha sempre una via attraverso la quale passare per sviare all'assioma, una porta nera fra le mille innevate, un'uscita diversa che non è una porta, che non è quella che chiameremmo uscita ma che nei risultati lo è. Che stranezza il mio pensiero, che assurdità in essere, che sconvolgente novità non potere più essere sicuri dei propri percorsi logici immediati, appresi nella conferma esperienziale, confermati nella quotidinità degli eventi, disattesi dalla mancanza di pensiero. Sì, bastava pensarci un tantino in più ed era semplice da scoprire: non tutti i numeri 'primi' sono dispari nonostante sia ferma la convinzione che un numero pari un divisore almeno ce l'abbia...e quindi come fa ad essere primo?
martedì 28 agosto 2012
La neve e me

giovedì 23 agosto 2012
Il verde minuscolo e Nut
Non so che attinenza esista fra le due cose ma mi ronzano nella mente, il primo come creazione tua e il secondo di un popolo che reputo insaziabile di mistero. Mi hai fatto sorridere : 'minuscolo', appropriato, effettivamente in antitesi col verde prato, scuro nella sua essenza; eppure metaforicamente pieno di risorse. Nut invece mi risuana magicamente perchè è dal cielo che cade la neve e perchè è il cielo che inghiotte il sole ad ogni sera. L'attinenza fra le due cose sono semplicemente io, le mie sinapsi che le collegano le fondono a creare cose diverse e nuove, pensieri di vita. Incredibile.
martedì 21 agosto 2012
l'Artifex e il Mordicoda

domenica 12 agosto 2012
Il Regno del se
Occupandomi di psicoeconomia sono entrato a contatto con realtà che non conoscevo teoricamente ma solo intuitivamente. Lo scarto fra ragione e emozione è qualcosa che si avverte nell'infanzia e molto nell'adolescienza e stupisce l'uomo più adulto, perchè questo crede di aver raggiunto la completa adesione fra il suo pensiero, le sue emozioni e la sua capacità di afferrare il tutto e comprenderlo anche razionalmente. Leggevo che tendiamo continuamente a sofferraci su ipotesi e teorie introducendo 'se' e 'ma' all'ordinario svolgersi degli eventi. Ci chiediamo costantemente e per tutto 'che cosa sarebbe successo se', 'come sarebbero andate le cose se avessi fatto o se lui avesse detto...', perdendo completamente di vista spesso, quello che si può fare nell'immediato (perchè l'immediato è l'unico Regno in cui il 'se' ha ragione di esprimesi), quello che si può scegliere ora e solo ora. Che tendiamo a continuare ad investire risorse ed energie anche in cose che ci non ci fanno stare bene, o non ci piacciono più, solo per il fatto che lo abbiamo fatto fino ad oggi e sarebbe 'un peccato' non farlo più, non considerando l'ipotesi che forse sarà sempre peggio perchè anche quello che investiamo oggi andrà in qualcosa che comunque non ci sta più bene (penso a investimenti finanziari, ma anche relazioni, hobby, lavoro...). Inquietante...
giovedì 9 agosto 2012
energia...
Non mi annoio ad ascoltarti, non mi infastidisce la tua falsa modestia, ma mi permetto di riderti alle spalle, appena ti volti, come un bambino e forse come un bambino sono ampiamente visto dai tuoi occhi e non capisco un'astuzia superiore forgiata dall'esperienza e dal tempo. Eppure non m'importa: sorrido e riprendo le forze. Qualcuno appartenuto alla mia vita secoli e secoli fa, quando tutto quello che ho costruito e si è corroso nel tempo ancora non esisteva neppure nella mia immaginazione: 'l'universo ha energia in abbondanza per noi piccoli esseri umani, energia da poter captare, canalizzare, prendere, lasciare e riprendere di nuovo.' L'ho trovata, ho trovato quell'immensità di energia di cui parlava lei; effettivamente è ovunque e so prenderla anche ridendoti alle spalle.
Di nuovo qui
Guarda il caso...ritorno nelle terre innevate a ridosso del mio compleanno...in un giorno qualunque in cui decido di schiarire il cielo e rivedere le stelle...la neve non mi sarà di fastidio. Ritono perchè quando mi siedo e ascolto con lo sguardo dentro, trovo un'infinità di parole da dire e di storie da raccontare. E mi compiaccio della luce e dei miei studi sulla relatività e la fisica quantica...lontani ricordi di appena un anno fa...mi stupisco della meraviglia che giace come cenere ardente in ognuno di noi. Ci sono di nuovo.
domenica 18 dicembre 2011
sulla vita
...non esiste una ragione certa alla fine,
non esiste significanza,
non esiste certezza cui aggrapparsi,
soltanto il silenzio delle parole
mai dette, quelle che avrebbero
cambiato davvero tutto, quelle
che avrebbero mosso un mondo,
quelle che avrebbero riempito vuoti
incolmabili e rimasti eternamente dentro...
che si fa adesso? che? se la vita scivola
come seta, come sabbia nella clessidra;
se la vita passa i suoi momenti a ricordarti
che sta passando, tu ti disperi o
sorridi, perchè finchè senti la sua voce
significa che sei ancora vivo.
ridefinizione
...in fondo si può credere a quello che si vuole, sì, a tutto quello che della realtà riusciamo a ridefinire, come si direbbe in AT...si può fino alla follia, fino alla felice follia...che c'importa se tutto è completamente diverso? e diverso da chi e cosa? se ognuno ridefinisce è difficile incontrarsi in terre comuni, in territori 'normali', in ambienti asettici e moderati, in politiche di centro che equilibriano le parti...è difficile se non impossibile...ma la felicità non è impossibile..no...immaginifici mond nell'oltredove la nostra mente può arrivare e tutto torna come noi lo vogliamo, per renderci anche felici...a volte...
lunedì 12 dicembre 2011
Stanco
...effettivamente lo sono, lo sono e ritorno in terre di nessuno perchè tali le ho rese, tali le ho fatte diventare...e mi annoio di diatribe interiori, di scalmanati concerti di voci afone e dissonanti...mi annoio di chitarre scordate e distruttive, mi annoio e mi affatico, mi distrugo e mi affondo. Sono stanco di terrori che non sono miei ma che purtroppo comunque sempre ritrovo rinnovati in me...mi impaurisco si ma sono forte, tenace e vivo, sono sempre vivo.
mercoledì 24 agosto 2011
Diventi
Forse ha anche perso di significato, forse la dimensione di molte cose scompare ad un ingrandimento infinito, ad un millimterico confronto con altro, eppure per me lo hanno ancora, le cose che ho nascoste, che ho apprese, che ho rinchiuse e di cui credevo di aver gettato la chiave. Forse niente ha più significato ma non siamo noi in fondo a decretarlo? non siamo in fondo noi a deciderlo nel cuore del cuore della nostra coscienza, della nostra mente, dei nostri desideri? e allora diventi immenso quello che sembrava insignificante; diventi enorme, ncommensurabile, inosservabile, incontrollabile. Diventi quello che vogliamo tutto quello che crediamo...diventi.
giovedì 11 agosto 2011
Tanti auguri
Tanti auguri, in anticipo, perchè forse non ci sarà modo, perchè i pensieri sono così tanti, perchè si corre e si getta le reti solo per tirar su scarponi rotti. Tanti auguri per la tua forza, per la tua tenacia, per la tua malinconia e la gioia che esonda e rientra; tanti auguri per la vita che hai passato e che ritieni per te, che ritrai ritroso e scontroso. Tanti auguri per le lacrime di oggi, quelle che cadono e si gelano in cristalli di neve, neve di maggio. Tanti auguri Nevoso, perchè la vita non sopporta sopportazioni e invece tu le hai portate al mondo e le hai rigettate su chi poteva e doveva sopportarle. Tanti auguri, sei cresciuto, sei meraviglioso nel tuo attaccamento e nel tuo amore. Tanti auguri.
mercoledì 10 agosto 2011
Percezione e appartenenza
...e non si sta parlando di normalità, che appartiene soltanto a chi non è in grado di calcare con lo sguardo le diversità di ognuno. Non si tratta di memoria, di ricordo, di dimenticanza. Appartiene tutto all'appartenenza. Siamo appartenuti a qualcosa che possiamo anche ricordare ma che adesso sfugge alla nostra percezione. Percezione e appartenenza, ecco la chiave di volta che declina l'arco e lo flette e lo distrugge se ce n'è bisogno. Appartenere a qualcosa che si è mutato o che ha perso la sua consistenza evidente. Percepire se stessi e qualcun'altro in quel qualcosa che adesso si può soltanto ricordare e immaginare diversamente se si vuole. Non si sta parlando di normalità: nessuno è normale in un universo dive l'inverso non si percepisce dato che ne esistono infiniti. Infiniti inversi tano che l'inverso dell'inverso è diverso dal primo e cambia a guardarlo da una nuova angolazione. La città confluita nell'acqua è stata fondata e nulla adesso la potrà fermare. Il sole e la neve la inondano simultanei, inarrestabili, perpetui.
lunedì 8 agosto 2011
Un omaggio al re
Cancelli
...a tratti scompare, sì, come il desiderio di continuare nella stessa direzione, come la necesstà di farlo, come i problemi cari a tutti e privi di viscosità, privi di alternanze, i rassicuranti soluzioni. Scompare e scompare anche la mia nuova città per tornare sotto la neve, sotto la coltre, sotto il cielo di un maggio immobile, di una primavera mai consumata, perchè di questo si sta parlando, di questo e solo dell'avvenire che riguarda le domande e i desideri...nevica incessantemente e la neve è come lacrime di ghiaccio leggere, come pioggia, come farfalle, come fiori. Musiche d'oltreoceano, musiche lontane mi ricordano chi siamo stati, che cosa siamo diventati e come tutto questo è avvenuto. Si aprono i cancelli, si aprono le vie e i confini per andare oltre, per percorrere lo spaziotempo e da oltre ritorna il regno del re in tutta la sua calma e in tutto il suo abbandono.
domenica 7 agosto 2011
...acqua..e neve di maggio
...acqua, acqua dal cielo e dalla luna, dai ricordi e dai momenti dimenticati. Acqua a fondare una nuova città, confluenze energetiche, rigoli di idee, immagini di meraviglie da creare e fondare. Acqua ghiacciata e soffice come la neve che cade di maggio come d'agosto, come a dicembre, come in ogni momento laddove altro non è che l'oscura incapacità di penetrare il velato, lo sconosciuto, l'ignoto. Acqua, maree inondanti e tracimanti. Argini da rafforzare da rattoppare, da innalzare. Una nuova città sta nascendo, come dalla terra eppure altro non è che acqua nelle sue forme, nelle sue dimensioni volubili e nei volumi variabili. Acqua e neve, neve di maggio.
venerdì 5 agosto 2011
Una nuova città
...mi aggiro per questi luoghi da troppo tempo senza concludere quello che davvero vorrei....mi aggiro, tento, riprovo e tutto si copre di questa fastidiosissima amabile neve. Non avevo compreso la sua natura talvolta effimera eppure costante e onnipresente...la solitudine si è dissolta ma tornerà, ne sono certo, come una strana amica che non sa rivolgerti davvero la parola ma che fa capire di esserci sempre, anche in sua assenza. E' strano, è imprevedibile, è magico, come questi luoghi. Rimango in silenzio e affaticato. Ho costruito recinzioni, acceso fuochi, ma non sono riuscito a prestare troppa attenzione a che cosa significasse tutto questo. Prendo la mia stessa eredità, raccolgo i resti di un glorioso fausto passato e ricomincio da qui, dalle terre dalle nevi perenni, dalle lande dell'eterna giovinezza, dall'inebriante desiderio di posare, ancora una volta, la prima pietra. Aprirò come prima cosa degli scavi, archeologia della mente, a collegare il passato distrutto e il futuro asciutto d'idee. Ho bisogno di aiuto. A presto
venerdì 29 luglio 2011
Orgoglio e briciole di potere
...e mi inorgoglisce trovare ancora parte di me in quei luoghi, terreni che non visito da anni, mentali e non reali, eterei non tattili. Parti di me che sono mentali, non reali, idee, strascichi di pensieri, di parole e frasi, e pensieri e immagini...frammenti di ciò che ho lasciato e che qualcuno d'innominato conserva e tenta magicamente di ripetere come a farmi ricomparire, come a cercare di rigenerare un me che non esiste più, una persona mutata mille e mille volte nel tempo trascorso sotto la neve incessante delle notti, dei giorni, degli inverni e delle primavere. M' inorgoglisce e mi stupisce e mi rende consapevole della capacità di suggestione che mi appartiene...millantataore sono stato definito....non mi sono offeso, mi piace questa parola mi piace il suo suono ma non concordo nel suo significato, non disteso sulla mia pelle. Non credo di essere mai stato un millantatore, forse un illusionista, che trascende le reali forme, lo ctonio per risalire a idealità, a multiformi immagini, che mutano, che dissimulano la sofferenza e la gioia...m'inorgoglisce e mi ferisce non poter tornare...eppure non sarei lo stesso, calpesterei gracili tartari fiori, perchè nati nell'oltretomba di un mondo che non è più, che non ha più il suo fecondatore, il suo costruttore, il suo dominatore. Qualcuno tenta sempre di racimulare quel poco potere sparso per farne pani e per poterne mangiare. Ma non ci si nutre a lungo con le briciole cadute dal tavolo dei conquistatori...m'inorgoglisce...
giovedì 28 luglio 2011
Il giardino delle Esperidi
...un dono, un semplice dono...un matrimonio importante, un albero particolare, un genitore grandioso (Gea) e il dono di nozze non può essere che semplice ma particolare..cosa può scatenare un dono...amo queste divine storie.
mercoledì 27 aprile 2011
Irriducibile, ineluttabile
La lunghezza di Planck è la più piccola distanza oltre la quale il concetto di dimensione perde ogni significato fisico. Il solito desiderio: oltre di esso i concetti di volontà e di necessità perdono ogni significato esistenziale.
martedì 29 marzo 2011
Qualcuno e qualcosa
Sì è vero, condizionano, profezie autoavverantesi le chiamano...eppure non nego di averci sperato, di averci proiettato le mie speranze, i miei desideri..perchè sono questo, proiezioni, diagrammi di emozioni interiori scanditi sull'asse delle ascisse dal tempo e sulle ordinate dall'intensità. Mi amo a volte nel pensare a tutto quello che sono e mi disprezzo nell'incapacità che ho, altrettante volte, nel mettere in pratica ogni mio pensiero. Qualcuno molto tempo fa mi ha detto qualcosa che mi ha cambiato, che i miei pensieri valgono, che ciò che credo ha valore...forse ho perso questa fiducia.
venerdì 18 marzo 2011
Cambiare
La necessità del cambiamento mi ha sconvolto. Mi ha tradito, quando meno me lo aspettavo. Decisione di altri, prorompente immutabile decisione, imperativo che peserà sulla mia vità. Mi ha turbato tanto che la mia isterica incapacità di domare l'emozione l'ha rivelato, a tutti, l'ha mostrato. Eppure adesso mi godo la calma della riflessione, la gioia della vittoria sull'irrazionale mistero della paura. ho imparato sacerdotessa, mi hai ben insegnato, mi hai ben istruito. Adesso rimango fermo, non agisco perchè la decisione che altri hanno preso per me si rifletta sullo specchio del lago senza che io abbia interferito. Non interferirò, non agirò, non morirò. Tutto cambierà di nuovo. Di nuovo e stavolta non ho paura. Qualcuno scivolerà nell'oblio e qualcuno già emerge a rinforzare la sua presenza, la sua immagine già forte. Sono sempre vivo e sempre più forte e coraggioso. Sono io, solamente io.
venerdì 4 marzo 2011
Luce
A velocità costante, indipendentemente dall'osservatore. Non sono come la luce, non sono indipendente dai miei osservatori, non sono indipendente neanche da me che mi osservo. Riflessivo, intuitivo introspettivo. E la luce?
mercoledì 16 febbraio 2011
All'improvviso
Mi è successo qualcosa, un incidente si direbbe, ma voglio dire qualcosa, qualcosa che mi ha fatto riflettere..che ha spinto la mia immaginazione dove la sofferenza l'ha colpita e l'ha fatta ritrarre...ho immaginato il peggio e la mia vita, all'improvviso mi è apparsa bella e piacevolmente risplendente. A volte succede qualcosa, poi torna tutto nella normalità..a volte. Ancora neve su ogni cosa.
lunedì 14 febbraio 2011
La neve di maggio
...è un ricordo, un lontanissimo ricordo oppure un sogno. E' qualcosa che mi è rimasto dentro e non si sbrina più, non si scioglie, non parla. Nell'attesa di un desiderio rimane così com'è, una neve incantata, un sogno immutato secula seculorum.
venerdì 4 febbraio 2011
Scriverò sulle mie paure
Ho ripreso a scrivere...saranno i fiumi di parole che sono usciti dalle mie labbra in questi giorni, saranno le persone che mi librano attorno, che mi sussurrano della loro presenza che mi vogliono per come sono, che mi amano nella mia complicatezza, che mi abbracciano, che mi proteggono...ho ripreso a scrivere e questo quarto viaggio lo faccio col cuore, con la decisione di chi ne ha già fatti, di chi ne ha già rimandati e persi. Lo faccio per tutta l'energia che ho sprecato ad inventarmi scuse senza senso, fantasie irragionevoli per difendermi dalle mie paure. Abbioamo tutti paura, tutti, eppure qualcuno affronta meglio ogni cosa, altri devono parlarne e scriverci sopra.
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